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Ambire a restare minoranza

Che scandalo! Sembra siano state pagate delle tangenti per il progetto del Mose a Venezia. Ooooh… stupore… All’ennesima inchiesta della magistratura (dal 1992 ad oggi) c’è ancora chi, in Italia, si scandalizza, chi strabuzza gli occhi, chi si stupisce. E’ fantastico questo Paese dalla doppia morale, una pubblica (da palcoscenico) ed una privata (da retroscena).
I giornalisti e i politici sono ormai diventati maestri in queste ipocrite sceneggiate. I primi pensano di fare lo scoop e, contemporaneamente, di esercitare (a posteriori, quando ormai i buoi sono fuggiti dalla stalla) il ruolo di cane da guardia della democrazia; i secondi si riempiono la bocca di provvedimenti definiti “anti-corruzione”, come se la corruzione fosse una questione di controlli, tecnologia, procedure, compiti, strutture e non di persone. Se metti un ladro nel caveau di una banca, non ti puoi lamentare se poi mancano dei soldi e non puoi pensare di impedirgli di rubare installando l’allarme alla porta.
In realtà il voto del 25 maggio ha segnato, come uno spartiacque, il prima e il dopo pertanto dovrebbero smetterla con queste sceneggiate. Quel giorno l’Italia ha scelto, coerentemente con la sua storia e a larga maggioranza, di appoggiare il partito dell’opportunismo e della stabilità (degli affari) che non corrisponde al 40% dei votanti, come qualche maligno starebbe pensando, ma almeno all’80%. Quindi basta con questa storia della legalità che non appassiona più nessuno se non una sparuta minoranza guidata da un vecchio con la barba bianca che grida dal palco e dice solo parolacce. E’ ora di legalizzare un modus vivendi e operandi che è praticato, certamente da almeno 22 anni, dalla larga maggioranza dei cittadini di questo Paese.
Parimenti non deve stupire, infatti, se i risultati di un sondaggio sulla legalità effettuato dall’associazione “SOS Imprese” di Reggio Calabria tra oltre 700 studenti della città calabrese, resi noti in questi giorni, evidenzino che il 40% degli intervistati sarebbe propenso a trasgredire le leggi ed esprima scarsa fiducia nelle forze dell’ordine e nella magistratura. 40%, una percentuale che torna spesso ultimamente…
I cambiamenti culturali non avvengono per legge semmai, al contrario, sono essi stessi una volta diffusi e comunemente accettati dalle comunità a trasformarsi in legge. L’Italia è una Repubblica democratica fondata sulla corruzione, o questa diventa legale e controllata oppure non se ne esce. Gli arresti sono all’ordine del giorno, le carceri sono sovraffollate, le forze dell’ordine spesso lavorano inutilmente, i processi costano tanto e durano anni, le opere pubbliche costano il triplo o il quadruplo che altrove. O si interviene alla sorgente o continueremo in questa battaglia contro i mulini a vento fino a dissanguarci.
Quanto alla minoranza (emersa): è ora di smetterla di leccarvi le ferite! Volevate essere votati da una fetta di corrotti? Vi è andata bene, siete rimasti puri, dovreste essere contenti. Oltre il 20% comincereste ad annaquarvi, a che pro dunque? Non sono le maggioranze che influenzano e cambiano il destino delle nazioni, sono sempre state e sempre saranno le minoranze. In quest’ultimo anno avete decapitato la classe dirigente dei due partiti più grossi (destra e sinistra), avete imposto l’agenda ai vari governi, cosa volete di più? Per continuare a farlo bisogna avere le palle e non sognare di diventare maggioranza. Perchè ambire ad essere come chi si vuol combattere? Occorre tornare sul territorio, come facevate prima di essere eletti, ad ascoltare i cittadini, cominciare dai piccoli comuni, evitare accuratamente i media (soprattutto la tv) e costruire un consenso basato non su teorie astratte e vuote (come quelle indicate ieri da Casaleggio) ma su progetti concreti, piccoli, che possono essere realizzati in collaborazione con le imprese e i cittadini più virtuosi anche senza essere forza di governo, progetti che lascino segni concreti sul territorio e che diano l’esempio. Non si può essere diversi dagli altri se ci si comporta come gli altri. C’è un altro 40% che non è andato a votare e che forse mai lo farà, se non in percentuale minima, si tratta di un’altra minoranza (questa sommersa) silenziosa che non si è espressa, che ha preferito restare a guardare. Sono in attesa di trovare ispirazione. E’ da qui che bisogna ripartire, non per ambire a diventare maggioranza come il vostro leader desidera (cosa che vi renderebbe sterili e improduttivi) ma per restare minoranza qualificata e qualificante. Questa si che sarebbe una rivoluzione.

Massimiliano Capalbo

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