Mi capita ogni tanto, durante il periodo estivo, in quelle poche occasioni fugaci in cui mi trovo a bazzicare nelle località di mare della mia regione, di incontrare conoscenti stupiti di vedermi a quelle latitudini (sapendo che lavoro in montagna), e che alla mia domanda “perché non vieni a trovarmi al parco?” rispondono “non amo molto la Sila, io sono un amante del mare”.
Quando poi, d’inverno, comincio a frequentarlo il mare mi accorgo che gli amanti non ci sono più, sono scomparsi, al loro posto invece si possono ammirare i segni che il loro “amore” verso il mare ha lasciato e anche quelli dei loro amori consumati in riva al mare. Hanno proprio ragione a definirsi così, visto che il rapporto che hanno col mare è proprio da amante, furtivo e concentrato sul piacere della trasgressione.
Gli amanti del mare lo frequentano per poche settimane all’anno ma in quelle settimane il loro passaggio lascia segni spesso incancellabili. Lidi arrugginiti; seconde case costruite in riva al mare e architettonicamente orrende, chiuse per la maggior parte dell’anno; rifiuti di ogni genere lasciati come souvenir d’estate.
Gli amanti del mare, come tutti gli amanti, non conoscono a fondo il proprio partner, non è importante, l’importante è che soddisfi le proprie voglie, fugaci e temporanee, che si lasci usare finchè c’è gusto, come una prostituta.
Gli amanti del mare passano la maggior parte del loro tempo lontani dal mare, sotto l’ombrellone o su una sedia sdraio, dove possono comodamente disquisire di partitica, democrazia, istituzioni, leggi, civiltà.
Gli amanti del mare d’inverno tornano nelle loro prime case, spesso in montagna o nell’entroterra, in quelle che si ostinano a definire “civiltà” e dalle quali sgorga il prodotto interno lordo che finisce nel mare, nell’attesa di poter tornare in estate a provare qualche altra sensazione fugace col proprio amante.
Gli amanti del mare vanno a votare, si schierano sempre o da una parte o dall’altra, è un loro diritto. Ogni volta che incontro un amante del mare che non ama la montagna tiro un sospiro di sollievo, per la montagna.
Massimiliano Capalbo
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