La realtà è completamente rovesciata. Più ci esponiamo alle informazioni e più la realtà sembra ribaltata. La voglia è quella di spegnere la tv, non leggere più i giornali, non navigare su internet, non commentare. Qualsiasi gesto, qualsiasi azione, appaiono superflui. Anche scrivere questo pezzo. Il caos regna sovrano, la tentazione è quella di tirarsi fuori, non comunicare più.
L’Italia è nel caos, tutti i punti di riferimento sono crollati, le certezze evaporate. Un tempo la polizia trascinava in carcere i delinquenti, oggi trascina i bambini o gli studenti che pretendono di conoscere come sarà il proprio futuro, mentre i delinquenti oltre ad avere libero accesso nelle sedi istituzionali sono circondati da microfoni e telecamere e trascorrono il tempo nei salotti televisivi a vantarsi delle proprie malefatte, a dare il buon esempio agli altri, invidiosi, che vorrebbero tanto essere al posto loro.
Chi non si adegua all’andazzo generale si limita a condannare, stigmatizzare o dettare ricette, commentando, alitando sugli altri.
In questa confusione generale un sessantenne, ormai ex comico, decide di fare l’impresa. Di attraversare a nuoto il braccio di mare che separa due delle regioni più difficili di questa nostra Italia: lo stretto di Messina. Si allena, si prepara, ci mette impegno, sacrificio, e ce la fa, ci riesce, nonostante lo scetticismo generale. Un gesto simbolico certo, ma un gesto che nel caos in cui ci troviamo e nell’aria fritta che respiriamo quotidianamente sa di concreto, di impegno mantenuto, di certezza, di dato di fatto.
L’ha detto e l’ha fatto. Non si discute. Un gesto che ha annullato tutte le critiche, che ha azzerato qualsiasi attacco e che ridà credibilità a Grillo e al suo movimento dopo le recenti défaillance. Il messaggio implicito è il seguente: se ci credi lo fai, se non ci credi lo dici soltanto.
Una volta sbarcato ha detto ai presenti ancora attoniti: “Noi chiediamo fedina penale pulita, non appartenenza a nessun partito e rinuncia a prescindere dei privilegi, con livellamento dello stipendio da consigliere con la media nazionale, ma per il resto è un salto nel buio. Votare i soliti vecchi politici però sarebbe un suicidio assistito. Meglio il salto nel buio.”
Poche cose concrete di cui il paese ha bisogno urgentemente, considerato il livello di degrado raggiunto. Questa è l’unica strategia, al momento, per ridare utilità (credibilità sarebbe troppo) alle istituzioni, per ricominciare a pensare che possano ancora servire a qualcosa. Gesti concreti, poche chiacchiere, nessuna filosofia, regole chiare e stringenti, per battere il fumo ci vuole l’arrosto. Alle chiacchiere bisogna contrapporre le azioni, compresa quella di saltare nel buio. Tutti insieme.
Massimiliano Capalbo
come non essere d’accordo con quanto dici, caro Massimiliano, detto fatto, e questo è tutto.