Il grido di allarme arriva sempre dopo, quando ormai i buoi sono scappati. In Calabria funziona così. Il colosso dell’energia A2A, proprietaria dei laghi Arvo e Ampollino, annnuncia un imminente intervento di svuotamento dei due bacini idrici e gli ambientalisti e i sindaci della zona lanciano l’allarme: “chiudete la stalla!”
Ma ormai è troppo tardi, si tratta solo di un patetico tentativo di conquistare il centro della scena e le prime pagine dei giornali. E’ solo in queste occasioni, infatti, che si tirano fuori argomenti come il turismo, l’ambiente, il paesaggio, la storia e l’archeologia. Nulla è stato fatto finora per valorizzare questi (come gli altri) laghi, per tutelarli, per renderli un valore per i calabresi e adesso che chi se n’è impossessato fa valere i propri diritti si grida allo scandalo. Non a caso a lamentarsi e a comparire sulla scena di solito sono gli ambientalisti, una specie umana che agisce per mestiere o per ambizione (spesso politica) mentre degli imprenditori non si vede neppure l’ombra. Se questi laghi fossero considerati veramente un valore questi ultimi, in collaborazione con le istituzioni, li avrebbero già resi fruibili e produttivi.
E’ il solito vittimismo, quell’atteggiamento infantile, immaturo, che caratterizza i Meridionali da sempre.
Sempre proni e disponibili ad accogliere come un benefattore il conquistatore che viene “da fuori” con la soluzione pronta (a tutela dei propri interessi e non di quelli della comunità che lo ospita), e altrettanto incapaci di difendere e valorizzare, quando è il momento giusto di farlo, le risorse e i beni comuni presenti nel territorio.
La Calabria, come tutte le regioni depresse (prima psicologicamente e poi socialmente ed economicamente) è sempre stata terra di conquista. In questa regione le multinazionali senza scrupoli fanno la fila negli uffici della Regione per impossessarsi dell’acqua, del vento, del sole, dei boschi e di tutto ciò che rappresenta (per gli altri) un valore.
E noi, in nome del lavoro, dello sviluppo (mai arrivato), del miraggio industriale, del minimo sforzo da fare, abbiamo sempre lasciato la stalla aperta, permettendo ai buoi di scappare agevolmente in tutte le direzioni. Quando poi le conseguenze della nostra apatia, incapacità, inettitudine si manifestano concretamente alziamo la voce e ci ricordiamo che il turismo, l’ambiente e il paesaggio potrebbero essere una ricchezza. Troppo tardi. Se i calabresi fossero veramente consapevoli di ciò esprimerebbero una rappresentanza politica in grado di difendere e tutelare queste risorse e una classe imprenditoriale all’altezza delle sfide che l’economia post-moderna richiede.
E allora perchè l’A2A non dovrebbe svuotare i laghi? Cosa cambierebbe per la popolazione, per gli imprenditori, per gli enti pubblici e per gli ambientalisti se al posto di quei bacini d’acqua ci fosse una grande buca vuota? Un bel nulla.

Massimiliano Capalbo

Commenti

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3 commenti
  1. francesco
    francesco dice:

    opinione ampiamente condivisibile.
    specificherei meglio il termine ‘ambientalisti’. non tutti gli ambientalisti sono come li descrivi tu. quelli arrivisti si riconoscono principalmente dal fatto che a comparire è principalmente il proprio nome accanto alla sigla. poi li riconosci dal fatto che non fanno altro che comunicati stampa.
    tutto questo a salvaguardia del termine ambientalista.

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  2. carmela
    carmela dice:

    sono completamente d’accordo con Massimiliano Capalbo, traspare molta amarezza per l’incoscienza della gente, io sono un’ambientalista ma non mi sento offesa perché la sua amarezza non si rivolgeva a coloro che all’ambiente ci tengono più che a un fratello, in effetti l’arrivismo è sfacciato nel nostro “ambiente”. Colgo l’occasione per lanciare un invito nei confronti di coloro che ereticamente vogliono contrastare oltre che con il loro operare quotidiano anche con un’attività collettiva per salvare l’ambiente dei laghi.

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  1. […] più conosciuti, che versano in uno stato di totale abbandono in questa regione. Così come per i laghi silani, apparsi subito dopo il paventato pericolo che venissero svuotati, anche la chiesetta si è […]

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