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L’arte è un vento che non si ferma con le mani

Oggi vi voglio raccontare una storia. La storia di un muro grigio. Uno di quelli che vedono passare centinaia di macchine al giorno, senza regalare nessuna emozione. Tra qualche cartellone abusivo strappato dal vento ed un pò di erbacce sul marciapiede. Un giorno questo muro grigio inizia a prendere vita. Si riempie di colori. Tra le sfumature di arancio e ocra appaiono visi e mani, un treno che corre verso la speranza, un aereo per andare lontano.
Partire e tornare, migranti di ieri che parlano a quelli di oggi: dei richiedenti asilo con una patria diventata macerie, ma non solo. Racconta la storia di tanti ragazzi andati lontano per crescere e studiare, imparare a volare per poi tornare a casa con ali più forti. Uno di questi migranti di ritorno è SMOE, l’artista catanzarese che ha deciso in un giorno grigio di donare un’opera alla città, trasformando quel muro grigio in una tavolozza. Da circa un mese lo vedo ogni giorno li, anche con la pioggia, per terminare 200 metri di murales. Ora, come potrete immaginare, per una simile opera serve sporcarsi le mani, servono chili di vernice e smalto, pennelli, spugne, scale. E siccome questo artista non vuole pesare sulle casse comunali né ricevere contributi per la sua opera, trova una ditta (di quelle buone e sane) che sostengono l’arte non a parole ma con i fatti, che mette a disposizione tutti i materiali necessari. Smoe, con un piccolo gesto di gratitudine, in un angolo scrive il nome del colorificio. Tutto bene, direte voi, una bella storia. Ma qui siamo a Catanzaro ed i finali a volte sono inattesi.
E così invece di applaudire questo giovane artista solitario e silenzioso, che senza nulla chiedere dimostra come ognuno di noi dovrebbe amare la città (rendendola più bella) che si fa? Si storce il naso. Si guarda il cavillo. Un consigliere comunale fa un esposto per mandare i vigili a fare la multa (e lo anticipa ai giornali, come minaccia, utilizzando uno dei “metodi” più consueti della partitica). Quattro vigili, manco fosse un pericoloso ladro da fermare. Quattro vigili che, credo, si siano vergognati anche loro di fare quella multa. Perché se è vero che è solo un episodio, è vero anche che è una metafora di come ad alcuni la bellezza faccia paura. Quando si mostra la bellezza ciò che è brutto viene ricondotto nella propria ombra. Far vedere la luce mette al buio chi non sa splendere per conto proprio. Ma Smoe non si fermerà, la parte buona della città non si fermerà. Continuerà a splendere, a mostrare bellezza, a regalare emozioni. Volete una città grigia e immobile, ma sta già correndo. Ed è già innamorata dell’arte, la riconosce, la difende. E l’arte è un vento che non si ferma con le mani.

Elena Bitonte

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