Ieri sera la tv pubblica ha compiuto un miracolo. Qualcosa mai accaduto prima. Per la prima volta una trasmissione televisiva d’inchiesta si è occupata della Calabria senza parlare di n’drangheta, di malaffare, di corruzione e di tanta altra merda che solitamente emerge nel corso di queste inchieste. Ma come è potuto accadere tutto ciò? Cosa ha permesso a Riccardo Iacona di tirar fuori una delle più belle inchieste giornalistiche degli ultimi anni?
Una cosa molto semplice: gli è stato sufficiente non occuparsi della partitica calabrese. E’ bastato non intervistare presidenti, assessori, portaborse e tutto il sottobosco che prolifica intorno a quella che continuiamo erroneamente a chiamare “politica” ed improvvisamente è apparso il bello, la Calabria migliore. E’ stato sufficiente spostare il focus dal problema (la partitica) alla soluzione (i cittadini/imprenditori) e tutto il marciume si è dissolto come neve al sole e la sua trasmissione si è trasformata improvvisamente da “Presa diretta” in “Presa d’atto” di una realtà che già esiste e che Iacona ha solamente sfiorato.
Da quattro anni Ereticamente va in giro per la Calabria alla ricerca di questi politici per portarli sotto i riflettori, perchè fermamente convinta che questa regione possa ripartire da loro. Proprio nell’agriturismo di uno di questi politici, Ugo Sergi, il mese scorso si è tenuto un incontro molto importante tra visionari consapevoli di rappresentare il cambiamento già in atto da tempo in questa regione.
Qualcuno oggi commenta “speriamo che i politici l’abbiano visto e agiscano di conseguenza”. Ma siete pazzi? Dovremmo dire speriamo che stiano fermi, invece, che continuino ad occuparsi del nulla in maniera tale da consentire ai veri politici, quelli che agiscono quotidianamente in silenzio per attuare il cambiamento, di proseguire indisturbati. Occorrerà vigilare, dunque. Anche perchè il neocolonialismo, in questa regione, non si è materializzato solamente sotto forma di centrali turbogas e di pale eoliche ma è passato anche attraverso un concetto di turismo e di impresa turistica calato dall’alto, fatto di mega villaggi e mega strutture che hanno devastato i nostri litorali.
Non so se questa improvvisa ribalta nazionale di un Sud (in questo caso di una Calabria) che si è rivelato (agli occhi di chi non lo sapeva) molto più ricco di risorse e anche più consapevole del cambiamento rispetto a un Nord smarrito e senza bussola, sia positiva. Fino a qualche tempo fa, quando nei convegni affermavo che potremmo campare di turismo, agricoltura, arte e storia trovavo sempre l’economista che storceva il naso. Si, certo, adesso che l’ha detto la tv molti cominceranno a crederci, ma crederci come ha fatto Ugo Sergi e tanti di noi, molti anni fa, quando non c’era nulla e tutti sognavano l’industrializzazione del Sud, significava armarsi di molta tenacia e buona volontà, ma soprattutto avere chiara una visione, sapere dove si voleva andare. Ecco perchè li considero gli unici politici di cui ormai da tempo mi fido, sono quelli che ho votato e continuerò a votare. Il 60% di astensione al voto per la partitica in Calabria, alle ultime consultazioni elettorali, sono un ottimo segnale che indica che i tempi sono maturi. I nuovi politici sono quelli con i quali abbiamo avviato un percorso silenzioso, a distanza, discreto, non annunciato ma proficuo. Sono una parte di quell’esercito di eretici che stiamo formando per circondare la “partitica”, disarmarla e, finalmente, obbligarla ad agire responsabilmente per il bene della regione.

Massimiliano Capalbo

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