Venerdi 2 settembre, a Camigliatello Silano, è stata presentata la mozione approvata dal Consiglio Regionale della Calabria sulla “Valorizzazione turistica dell’altopiano silano”. La mozione, a firma dei consiglieri Greco, Aieta, Bevacqua, D’Acri, Giudiceandrea, Guccione e Sergio, rende noto che “si è scelto di avviare e redigere un Masterplan per lo “Sviluppo Turistico dell’Altopiano Silano”… scegliendo come località principali Camigliatello Silano e Lorica” con l’obiettivo di “proporre degli interventi che potrebbero rilanciare il turismo in Sila“.

Ho letto questo Masterplan che, raccontano i media, “è stato valutato dal punto di vista della fattibilità economica e dell’impatto ambientale da alcuni tra i più grandi esperti del settore e risulta idoneo a creare tutte le infrastrutture necessarie affinché possa determinarsi uno sviluppo turistico in grado di attrarre flussi turistici internazionali e generare ricchezza e possibilità occupazionali” e mi sono trovato di fronte ad una tesina di 36 pagine che avrebbe potuto scrivere, molto meglio e con maggiore competenza e visione, un qualsiasi studente al primo anno di Scienze Turistiche. Infatti, chi l’ha redatto si è guardato bene dal firmarlo.
Un Masterplan è un documento di indirizzo strategico che sviluppa un’idea di programmazione territoriale individuando i soggetti interessati, le possibili fonti di finanziamento, gli strumenti e le azioni necessarie a conseguirne gli obiettivi. Nel documento, che potete visionare al termine dell’articolo, non vi è nulla di tutto ciò.
Dopo una premessa, formulata utilizzando frasi e parole chiave d’effetto come destagionalizzazione, partecipazione condivisa e innovazione, si descrive uno scenario di riferimento frutto di un copia e incolla di informazioni e dati presi dal Sistema Informativo Turistico della Regione Calabria relative alle presenze, alle strutture ricettive e ad un fantomatico sondaggio sui gusti dei turisti che si recano in Sila, di cui non si specifica la fonte e il campione (forse avranno fatto un giro di telefonate tra amici e parenti) per concludere che il turismo in Calabria è un fenomeno prettamente stagionale e confermare che le politiche turistiche adottate fin qui sono state (tanto per cambiare) fallimentari.
In una paginetta viene sintetizzata una tabella, che dovrebbe fungere da analisi SWOT, dove tra i punti di forza viene evidenziata una “impreditorialità privata molto motivata” e nei rischi “la sfiducia degli operatori” (delle due l’una) e tra le opportunità, ovviamente, “i fondi specifici per il mercato del turismo” vero obiettivo finale di questa operazione.
Ma il clou della tesina è dato dagli interventi da realizzare. Dopo aver sottolineato, nella descrizione dello scenario di riferimento, che “il prodotto “sci” è un prodotto maturo che vive una crisi della domanda da oltre un ventennio su scala globale“; che “il mutamento climatico… ha portato ad inverni sempre più caldi e con poche precipitazioni“; che “il turista che sceglie di andare in vacanza in montagna non cerca più soltanto l’attività sciistica” e aver evidenziato la necessità di preferire l’utilizzo di strutture già esistenti alla costruzione di nuove, si passa a proporre: “la realizzazione di un nuovo impianto di risalita a Camigliatello Silano che permetta agli sciatori una rapida risalita fino al rifugio di monte“; la “realizzazione di nuove piste da sci a Lorica verso la valle del Fallistro, con relativi impianti di risalita, che permettano il collegamento sciistico tra le stazioni di Lorica e Camigliatello, in maniera tale che lo sciatore possa partire da Camigliatello e raggiungere Lorica tramite gli sci“; la “realizzazione di un nuovo impianto di risalita in località Ciricilla” dove la neve resiste ormai solo per un paio di weekend l’anno.
Dopo aver sottolineato: che “tutti gli interventi si baseranno sui principi della green economy e sulla sostenibilità energetica ed ambientale“; che “il programma di sviluppo prevede una serie di opere che puntino alla conservazione della natura e della biodiversità” perchè “uno dei cambiamenti più rilevanti nel campo turistico, è proprio il ritorno alla natura e alla ricerca dei servizi ecocompatibili e sostenibili” si passa a proporre: la realizzazione di “sistemi di innevamento artificiale” (insostenibili energeticamente ed economicamente poiché richiedono investimenti dell’ordine di 140.000 Euro per ogni ettaro di pista che ovviamente non pagherebbero i privati); “interventi di restyling del corso principale di Camigliatello da trasformare in un percorso completamente pedonabile” e del lungo lago di Lorica e attività come i percorsi in quad e in motoslitta.
A tutto ciò si aggiungeranno: scuole per il riconoscimento dei funghi, servizi di mobilità; cinema, palestre, strutture socio-sanitarie (ma come? non le stavano ridimensionando?) baite ed aree giochi per i più piccoli; snowtubing, eliski, snowkite, sci a rotelle, bike-mountain (che sarà? una bici al contrario?), tiro con l’arco, campi di golf, una struttura sportiva per la pratica delle discipline indoor (quali però non è dato saperlo), beauty farm e centri termali (porteranno anche le acque sulfuree?), per la modica cifra di 63.854.815,00 euro che, per fortuna, non hanno a disposizione ma che cercheranno in tutti i modi di sgraffignare dalle nostre tasse. Se qualche funzionario europeo è all’ascolto faccia qualcosa per impedire che questo ennesimo sperpero di denaro pubblico si compia.
Quello che abbiamo davanti non è un programma di sviluppo turistico, né tantomeno un Masterplan. E’ una dichiarazione di guerra alla Sila Grande, è la riproposizione degli scempi compiuti al mare e sulle coste nei decenni passati che finora avevano solo lambito la montagna, è figlio della somma dei punti di debolezza del calabrese medio: complesso di inferiorità (da compensare col gigantismo dei progetti e scimmiottando modelli di turismo proposti da altri); incoscienza (sia ambientale sia imprenditoriale); irresponsabilità (ulteriore sperpero di risorse pubbliche per progetti faraonici irrealizzabili in un periodo di crisi economica che non accenna a diminuire); ignoranza (non conoscenza del territorio e incapacità di proporre un modello proprio e originale); campanilismo e diffidenza (incapacità di avere una visione d’insieme del territorio e cura di piccoli interessi locali e particolari) e incompetenza (il turismo va sempre più nella direzione del minore impatto ambientale ed è fatto sempre più di attrezzature e contenuti e sempre meno di infrastrutture) e che dimostra, ancora una volta, come la partitica continui a giocare con i soldi e la pazienza degli altri, di quelli che fanno turismo sul serio e con professionalità.
Il turismo non è un obiettivo della partitica, è una conseguenza dello stile di vita degli abitanti di un’area e della capacità degli imprenditori presenti sul territorio di mettere a sistema e trasformare in valore le risorse presenti, in un’ottica di collaborazione e condivisione. Il turismo non si fa istituendo “una zona franca per defiscalizzare le attività commerciali” di chi non campa di turismo ma si improvvisa nel tempo libero; non si fa dando “incentivi per la ristrutturazione delle residenze secondarie e i rustici, spesso di proprietà privata, che renderanno più appetibili le case per nuovi investitori e nuovi turisti che preferiscono vivere in casa propria anzichè scegliere una struttura ricettiva” ma fornendo servizi alle strutture ricettive già esistenti che pagano le tasse e non hanno nulla in cambio: manutentando la viabilità stradale già esistente, migliorando la segnaletica, snellendo la burocrazia, spalando la neve tempestivamente, facendo funzionare gli impianti esistenti, fornendo assistenza ai turisti. Tutto questo costa poco, molto poco, ma forse non consente di fare notizia sufficientemente per ambire ad una rielezione. Occorre presentare progetti faraonici per catturare l’attenzione, ma il cittadino non è più un indigeno con l’anello al naso, è sempre più informato, vigila, tiene il fiato sul collo a chi si diverte ancora a sperperare risorse.
Gli imprenditori (e le località turistiche) che in Calabria stanno avendo maggiore successo sono quelli che hanno tenuto opportunamente a distanza la partitica dalle loro attività, dai quali la partitica (a corto di contenuti) è costretta a saccheggiare idee di cui non è in grado di comprendere né senso né significato (a pag. 17 della tesina, infatti, si parla della creazione di un percorso-ecosensoriale, copiato dal sito di Orme nel Parco, che lo propone con successo da ormai tre anni in Sila Piccola spendendo, per la sua realizzazione, zero euro). Non avere rappresentanza partitica è sempre più un punto di forza. Gli operatori della Sila Piccola e della Sila Greca, infatti, dopo aver letto il programma possono tirare un sospiro di sollievo, la devastazione non li toccherà, il pericolo è scampato, questa volta il campanilismo si è rivelato provvidenziale.

Massimiliano Capalbo

Masterplan-valorizzazione-del-turismo-montano-della-sila
Mozione n. 59

Commenti

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3 commenti
  1. Fausto Noce
    Fausto Noce dice:

    Quindi se ho ben capito qualcuno vorrebbe trasformare la Sila “Grande”??Oasi naturale, patrimonio dell’Unesco in una sorta di Disneyland per adulti malcresciuti. E soprattutto rimango basito quando leggo che qualcuno suggerirebbe l’ampliazione/ristrutturazione (leggasi devastazione del territorio) degli impianti di risalita per renderli piu’ veloci,(capirai); il tutto sollecitato ovviamente dalla pressante necessita’ strutturale e pratica dovuta ad “Inverni che da un po’ di tempo si stanno dimostrando avari di copiose precipitazioni nevose”; pare a causa dei sempeterni cambiamenti climatici. Ed a proposito di cambiamenti, se dobbiamo cambiare, facciamolo in grande stile: Tagliamo la testa al classico toro, costruiamo in Sila (lo spazio non manca) un bel aereoporto dato che Lamezia oramai ci sta un po’ stretto; si otterra’ cosi’ un doppio vantaggio : visibilita’, e livelli occupazionali degni della Svizzera. Avanti dunque con le motoseghe.

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  1. […] soli non bastano, bisogna affiancargli i “grandi attrattori”. Ci risiamo. Temo che il masterplan sulla Sila, momentaneamente parcheggiato in qualche cassetto, presto riemergerà sotto mentite spoglie. Ma […]

  2. […] di un piccolo centro come Trecchina di poco più di 2000 abitanti. Anche in Calabria, recentemente, ci avevano provato. Il partitico post-moderno ha bisogno di visibilità nel breve termine (perché se va bene dura 5 […]

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