Green pass: il caos è servito
Siccome la migliore difesa è l’attacco il governo ha deciso di giocare di anticipo, in vista del nuovo caos autunnale, e utilizzando lo strumento del green pass, sta creando due fazioni: quella dei vaccinati e quella dei non vaccinati, avallando la falsa narrazione che i secondi infetteranno i primi, che servirà per scaricare sui secondi qualsiasi responsabilità futura e coprire le ormai ingiustificabili inadempienze governative. Se vuoi raggiungere un obiettivo difficile devi creare due fazioni di cui una dominante, sarà quest’ultima a fare il lavoro sporco per te.
Anche quest’estate trascorrerà come la scorsa, senza che un solo reparto di terapia intensiva o l’organizzazione di un sistema di assistenza domiciliare (esistono terapie efficaci contro il Covid) vengano messi in piedi. Devo riconoscere una grande abilità narrativa a questo e al precedente governo nel capovolgere la realtà e di riversare le colpe sui cittadini e gli oneri sul tessuto produttivo, voi ce li vedete i gestori di locali chiedere il green pass a tutti i clienti? Ci sarà da ridere. La scelta ideologica di ambedue i governi è stata e continua ad essere quella di puntare sui vaccini, nessun’altra ipotesi è contemplabile per affrontare l’epidemia, è la scelta più rapida, noi siamo numeri non persone, e gli sponsor delle campagne elettorali sono sempre più le case farmaceutiche che in quest’ultimo anno hanno registrato fatturati da capogiro e ormai sono capaci di controllare le scelte dei governi di mezzo mondo. Non è un caso se chi sta prendendo questi provvedimenti non è stato eletto da nessuno e sta tentando di imporre, con la scusa dell’emergenza sanitaria, restrizioni che non hanno precedenti nella storia repubblicana. Non credo nei complotti, credo nella capacità di molti di cogliere al volo le opportunità man mano che si presentano. Il green pass entrerà in vigore dal 6 agosto, il tempo di consentire ai 160 eventi che si svolgeranno sulla riviera romagnola in questa fine del mese di svolgersi, perché il peso politico dell’Emilia Romagna è in grado di far scomparire momentaneamente l’emergenza.
Le condizioni per un obbligo vaccinale non esistono e il governo lo sa, la scienza non è in grado di garantire la sicurezza dei vaccini e la loro indispensabilità per superare la pandemia, altrimenti non ci farebbero firmare una liberatoria prima di somministrarci quello che continuano a chiamare vaccino ma che un vaccino non è. La scienza, nel campo dell’ingegneria genetica, ha fatto passi da gigante negli ultimi decenni e quello che stanno somministrando è solo uno dei prodotti di questo “progresso”, di cui non conosciamo gli effetti nel lungo periodo perché mai sperimentato prima. I medici che tranquillizzano sugli effetti del vaccino mentono sapendo di mentire perché, a parte chi ha progettato questo prodotto, nessuno ne conosce caratteristiche e men che meno gli effetti. La tecnologia crea sempre un divario tra vecchi e nuovi metodi e la fretta nel dare una soluzione ad un problema che, vaccino o non vaccino, si protrarrà per diverso tempo, sta creando e creerà sempre più problemi che soluzioni, come sempre. Se tutto questo viene condito quotidianamente con alte dosi di allarmismo da parte dei media e dall’inefficienza della macchina organizzativa istituzionale, il caos è servito. In passato vigeva un principio di precauzionalità secondo il quale in presenza di limiti sconosciuti è meglio astenersi dal fare interventi poiché non si conoscono, sul lungo termine, gli effetti che possono produrre. Lo abbiamo rimosso.
Cosa muove tante persone ad agire nello stesso modo? L’effetto gregge. Il governo lo sa e spinge su questa leva. Se la maggioranza delle persone lo fa la mia percezione del rischio diminuisce, in qualche modo ci si sente dalla parte giusta, ci si sente più protetti. E’ quello che hanno pensato anche i firmatari dei mutui subprime negli USA prima che scoppiasse la bolla economica che li ha travolti e che ha generato l’ultima grande crisi economica mondiale che abbiamo conosciuto.
Massimiliano Capalbo
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