Come fare per raccogliere voti in un territorio dove non c’è il tuo elettorato? O, addirittura, dove non sei ben visto? E’ molto semplice: basta puntare su un cavallo di Troia, ovvero su una figura locale che si presta a mettere la sua faccia al posto della tua che è sgradita o sconosciuta e quindi potenzialmente perdente. Solitamente i partiti la ricercano tra i sindacati, le confederazioni di imprenditori, artigiani, agricoltori etc. Ricercano personaggi che, in virtù del ruolo che ricoprono, sono in grado di controllare i destini di molte persone e quindi di avere gioco facile nel tramutare in voti gli aderenti alle suddette associazioni e i loro familiari.
La gran parte dei meridionali ha sempre pensato che le proprie disgrazie siano da imputare ai “nemici” che provengono dall’esterno (una certa retorica meridionalista continua ipocritamente ad incolpare, da Cavour in poi, tutti i suoi successori del mancato sviluppo del Sud) quando in realtà, la storia ci insegna e l’attualità ci conferma, che i primi alleati dei “nemici” esterni (e dunque i primi nemici del Sud) sono sempre stati i meridionali stessi. Quelli peggiori, affetti da complesso di inferiorità e avidi di potere. Le classi partitiche e imprenditoriali meridionali sono sempre state mere esecutrici (quando non complici) delle scellerate politiche programmate nel Nord e di cui il Sud ha pagato e continua a pagare le conseguenze. Non è la prima volta che accade e non sarà neanche l’ultima, purtroppo. La stessa logica funziona negli Stati del Terzo Mondo, i dirigenti sono scelti dai paesi colonialisti per poter continuare a perpetrare le proprie politiche.
Le novità e le rivoluzioni, proclamate a gran voce dai nuovi leader emergenti (ideati e confezionati dai media), si sono ridotte, come era facile prevedere, al solito schemino, ben oliato e collaudato da decenni di vecchia partitica. Non che ci avesse creduto qualcuno, sia ben chiaro, siamo tutti grandi e vaccinati e a conoscenza delle logiche che sottendono la formazione delle liste elettorali (anche quelli che li sosterranno), ma è bene sottolinearle e descriverle queste dinamiche perché ne resti traccia e un domani, a quelli che reciteranno il ruolo di vittime, si ricordino i nomi dei benemeriti che hanno lavorato per fare gli interessi del Sud.
E’ bene sottolinearlo perché si evidenzi il rispetto e la considerazione che hanno dei loro elettori ma anche perché se, all’indomani delle elezioni, i megafoni (leggi giornalisti) dei partitici, riportando i risultati elettorali diranno che quel partito a sorpresa ha sfondato, almeno saprete spiegarvi il perché.

Massimiliano Capalbo

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