Il musicista-hacker sostenibile
“Ho avuto da sempre la passione per le costruzioni. Mi è sempre piaciuto smontare le cose, volevo capire come funzionavano, com’erano fatte, l’idea di modificare, di smontare per ricostruire, mi ha sempre affascinato.” A parlare è Giuseppe Rosanò, 33 anni, hacker della musica, che mi accoglie nel suo studio di registrazione a Girifalco, erede di una cultura del riciclo che risale al nonno.
“Mio nonno era conosciuto in paese col soprannome di Vincenzuzzu u meccanicu, lavorava all’ospedale psichiatrico di Girifalco e faceva il fabbro come secondo mestiere, costruiva anche armi, riproduceva quelle che trovava in giro (parliamo del periodo della seconda guerra mondiale ndr). Io ho ereditato il suo laboratorio, sono cresciuto tra lui e mio padre che avevano entrambi la passione per il riciclo.” Smontare per capire, un atteggiamento esattamente contrario rispetto a quello della maggior parte dei membri della società post-moderna, che si accontentano di comprare a scatola chiusa. Un approccio hacker verso il mondo, fatto di curiosità e di spirito di osservazione.
Giuseppe costruisce tutto con materiale riciclato. Da bambino si costruiva finanche i giocattoli. Il primo regalo della befana fu una cassetta degli attrezzi, da lì ebbe inizio tutto, come se gli avessero voluto dire “ti abbiamo dato gli strumenti, adesso datti da fare”.
Poi comincia a suonare dopo aver ricevuto in regalo dal cugino, Domenico Dara (noto scrittore calabrese), una chitarra con la quale, da autodidatta, impara a suonare.
“L’idea di costruire strumenti musicali mi venne in mente alla fine degli anni ’90, con l’avvento di Internet. Navigando sul Web scoprii una tradizione, quella di costruire Cigar Box, (letteralmente “chitarra a scatola di sigari” ovvero uno strumento musicale rudimentale che veniva costruito dagli schiavi afroamericani con mezzi di fortuna, come scatole di sigari appunto, negli stati meridionali degli USA ndr). La maggior parte del materiale che utilizzo è il pallet. Le costruisco su ordinazione ma le uso anche per suonare con il mio gruppo: La casa dei matti“. Costruire uno strumento personalizzato e portarlo sul palco rende molto a livello di immagine, la gente a fine spettacolo si avvicina per curiosare.
Giuseppe cerca di comprare il minimo indispensabile, quello che non riesce a riciclare lo baratta col lavoro. Non ha un lavoro fisso, fa un pò di tutto, dal service per i concerti all’istruttore in palestra, anche se quello che gli rende di più è il restauro delle chitarre.
Pezzi di finestre, padelle, forchette, bulloni, viti, scatole di latta, tutto può servire per costruire uno strumento, le scope possono diventare dei contrabassi, i martelli violini. “Mia nonna ormai mi conserva le lattine e mi dice: con questa la puoi fare una chitarra“. Il suo piacere massimo lo prova quando riesce a recuperare strumenti vecchi e a ridargli vita. Il riciclo, in fondo, non fa altro che assecondare un processo naturale. In natura tutto si trasforma e nulla si distrugge e Giuseppe ne ha assoluta consapevolezza, è un musicista sostenibile.
Col suo gruppo musicale sta portando avanti un progetto di musica progressive italiana, sta preparando un album che uscirà all’inizio del prossimo anno. Il concept parte dalla storia dell’eruzione di Pompei e arriva a toccare temi che vanno dalla corruzione alla pedofilia, alla violenza. “Sto costruendo strumenti appositi per ricercare un certo tipo di sonorità per questo nuovo album. L’idea è quella di riportare le sonorità antiche in chiave moderna.” Ha in mente di creare un gruppo che suoni solamente con questi strumenti.
Giuseppe pensa anche a tramandare l’arte che il nonno e il padre gli hanno trasmesso alle nuove generazioni, ha un cuginetto di 10 anni che d’inverno (perchè d’estate preferisce giocare all’aperto con gli amici) frequenta il suo laboratorio e ha già costruito la sua prima Cigar Box con un manico da scopa e una padella.
“Ci sono molti artigiani che costruiscono strumenti in Calabria anche se la maggior parte di loro sono molto chiusi, ma qualcosa sta cambiando. D’altronde se avessi lasciato chiuso e non avessi smontato tutto quello che mi è passato per le mani non avrei potuto creare nulla di nuovo.” La musica di Giuseppe e i suoi straordinari strumenti saranno tra i protagonisti del VI Raduno delle Imprese Eretiche.
Massimiliano Capalbo
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!