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Il virus più pericoloso

L’attenzione degli scienziati, negli ultimi decenni, si è sempre più concentrata sull’infinitamente grande o l’infinitamente piccolo. Quest’ultimo riguarda il mondo dei batteri e dei virus che sono tra gli esseri viventi più numerosi presenti sul pianeta Terra, senza i quali la vita non potrebbe esistere. I batteri colonizzano l’ambiente che ci circonda ma anche l’interno del nostro organismo. Si tratta, alla stregua dei virus, di forme di vita elementari che interagiscono con gli organismi viventi su diverse scale, sia macro sia micro. Lo studio dell’interazione tra l’uomo e la biosfera è l’obiettivo di un progetto delle Nazioni Unite chiamato MAB (Man and the Biosphere) avviato nel 1971 con lo scopo di proporre soluzioni scientifiche per sostenere un rapporto positivo tra l’uomo e il suo habitat. Questo ha generato la costituzione di una rete mondiale di Riserve della Biosfera per approfondire le conoscenze sulla biodiversità in esse presente e promuoverne la conservazione. Ma, soprattutto, l’intento è classificare i potenziali patogeni per l’uomo non ancora conosciuti, perché noi umani siamo convinti che il pericolo venga da fuori, dalla natura, e non dall’interno ovvero da noi stessi. Mentre ricerchiamo, infatti, continuiamo a devastare creando le condizioni perché i pericoli si concretizzino e acuizzino.
Il progresso delle conoscenze in diversi campi, nelle scienze biologiche, nella genetica, nell’informatica e nelle biotecnologie ha prodotto una mappa del microbioma (la comunità dei microorganismi che vivono un habitat particolare) terrestre e umano abbastanza completa. Praticamente i ricercatori hanno creato una banca dati internazionale dei batteri che colonizzano il pianeta Terra così come è avvenuto per la mappatura del genoma umano. L’obiettivo, ovviamente, è manipolare, intromettersi nelle delicate relazioni sistemiche che i microorganismi stabiliscono con gli esseri viventi, apparentemente per prevenire problemi ma sostanzialmente per crearli, andando ad interferire con i processi biologici.
La natura è perfetta ma l’uomo crede che ci sia bisogno del suo intervento, di aggiustamenti, perché il suo antropocentrismo e la sua sete di controllo e di dominio non conoscono confini. Il prof. Joseph Tritto, nel suo libro Cina Covid-19: la chimera, ci spiega come “trasformazioni rapide e drastiche degli stili di vita dell’uomo non solo stanno influenzando lo stato di salute della biosfera, ma probabilmente anche la stessa salute umana in seguito ai cambiamenti all’interno dell’ecologia microbica“. L’uso indiscriminato di antibiotici, per esempio, non solo sotto forma di medicinali per la cura di infezioni batteriche ma anche per prevenire le malattie negli allevamenti intensivi, “le diverse sorgenti di inquinamento del suolo, degli oceani, dell’atmosfera, le tecnologie che utilizzano le differenti frequenze dello spettro elettro-magnetico hanno determinato uno shift, uno spostamento massivo del microbioma terrestre dai microbi o batteri, ai virus“. Un processo partito fin dal dopoguerra che ha causato la progressiva sostituzione dei batteri, nel bioma terrestre, con i virus. A fronte di 1 trilione (dieci alla dodicesima) di specie microbiche si stima l’esistenza di 10 nonimilioni (dieci alla trentesima) di virus. Il prof. Tritto ci spiega che i batteri comunicano tra di loro attraverso segnali elettromagnetici emessi dal loro DNA; sono gli spazzini degli oceani perché fissano l’anidride carbonica e sono in grado di trasformare anche la plastica, erano gli organismi più abbondanti nel mare e oggi sono soppiantati dai virus che li divorano; i batteri interagiscono con i virus e di fronte ad un’infezione contagiosa è importante comprendere questa interazione per adeguare i trattamenti farmacologici e non; il ruolo dei batteri è fondamentale per lo sviluppo del sistema immunitario e prevenire la colonizzazione di agenti patogeni batterici, perché creano biofilms sulle mucose umane proteggendo dell’invasione virale. I virus, dall’altro lato, stanno riprogrammando il plancton oceanico, modificando il modo in cui immagazzinano il carbonio; stanno alterando la formazione delle nuvole e quindi del clima perché gli aerosol marini formati dalle particelle biologiche prodotte in seguito alle fioriture del fitoplancton influiscono sulla formazione del clima; i virus hanno addirittura raggiunto ambienti prima incontaminati come la stratosfera; comunicano tra di loro come fanno i batteri ma mentre in passato avevano bisogno di un intermediario per infettare l’uomo (un batterio o un animale) oggi lo fanno direttamente e sono in grado di decidere se infettare o uccidere. In sostanza sono avviati verso la colonizzazione e il controllo del pianeta. Essendo arrivati sul pianeta con la comparsa dell’uomo è facile intuire che sono i nostri regolatori, quei microorganismi inviati da Madre Natura per tenerci a bada, perché il virus più pericoloso da quando è comparso sul pianeta è sempre stato l’uomo. Finchè c’è un virus c’è speranza.

Massimiliano Capalbo

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