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La Calabria che cambia

Sabato 20 settembre 2014 è una data che ha segnato, per quanto riguarda la storia della Calabria, uno spartiacque tra un prima e un dopo. Probabilmente non riusciamo a percepirlo, oggi, ma in futuro ci apparirà molto più chiaro, chi ha avuto il privilegio di partecipare ricorderà questo evento come una delle poche occasioni in cui ha potuto toccare con mano una Calabria non tanto nuova (che vuol dire tutto e niente) ma autentica e reale, lontana anni luce dallo stereotipo veicolato dai media e avallato dagli stessi calabresi.
Al III° Raduno delle Imprese Eretiche abbiamo raccontato storie di uomini e donne straordinari che hanno preso in mano la propria vita senza aspettare che fosse qualcun altro a farlo, come recita il sottotitolo del libro di Daniel Tarozzi “Io faccio così” ospite, assieme ad Andrea Degl’Innocenti di “Italia che Cambia”, dell’iniziativa. Uomini e donne che fanno la Calabria tutti i giorni, che agiscono nel loro piccolo per incidere sul tessuto quotidiano di questa regione.
Serena Palermiti, interprete ambientale, che con il suo Centro Studi Peter di Reggio Calabria agisce per creare relazioni tra gli uomini e le donne di questa terra e la sua natura, mettendosi in ascolto dell’ambiente che ci circonda, ponendosi come un’interfaccia tra noi ed esso, insegnandoci a farlo. Francesco Cuteri, archeologo e custode del tesoro dell’antica Kaulon, a Monasterace Marina (RC), che minacciato principalmente dall’incuria e dall’abbandono collettivo si è posto a difesa di questo scrigno di storia straordinario riportandolo sotto i riflettori. I ragazzi dell’Associazione La Piazza di Cleto (CS) che fanno rivivere questo bellissimo borgo disabitato, ogni anno, organizzando un festival di successo per organizzare il quale non richiedono finanziamenti pubblici scegliendo di restare liberi dal ricatto della politica. L’associazione Terre Arse di Reggio Calabria che tesse trame territoriali, organizzando una fiera delle startup più innovative della regione. L’associazione Living Nature di Belmonte Calabro (CS) che ripulisce il fiume Veri dai rifiuti, inventandosi l’acqua walking da proporre ai turisti che scelgono la costa tirrenica cosentina per trascorrere le proprie vacanze estive. Il Kalabrian Kayak Scolacium di Catanzaro Lido che ha reso il Golfo di Squillace, scarsamente frequentato da imbarcazioni, un colorato e allegro sfrecciare di canoe ecologiche tutto l’anno. L’associazione il Fico di San Floro (CZ) vincitrice, assieme ai residenti del comprensorio, di una battaglia per impedire la costruzione della più grande discarica d’Europa che ha ripreso la coltivazione del fico, antico e nobile frutto autoctono e si appresta a commercializzarlo. E, infine, l’Associazione Extrema Gladio Survival di Lamezia Terme (CZ) che ci ha dimostrato come a sopravvivere non siano i suoi membri che si avventurano lungo i sentieri più pericolosi al mondo ma noi “civili” che, spesso, ci rinchiudiamo nelle nostre gabbie quotidiane.
Storie di una Calabria che c’è già qui ed ora, non che ci sarà, che esiste e che resiste e che ottiene grandi successi. Che non si lamenta ma agisce. Storie di uomini e donne che ci hanno superato, che ci hanno dimostrato che i tempi sono finalmente maturi, che il concetto di “impresa eretica”, impresa umana prima che economica, si sta affermando sempre di più. Storie nuove che, assieme a quelle raccontate nelle prime due edizioni del Raduno, ci dimostrano che siamo tanti e ci lasciano immaginare quanti altri ce ne sono ancora nascosti nelle pieghe più remote di questo straordinario territorio.
Giunti alla terza edizione di questo ormai mitico Raduno abbiamo potuto constatare che il seme è germogliato, che il messaggio è arrivato, che inizia a circolare di bocca in bocca, che inizia a diffondersi in ogni angolo di questa regione anche senza le nostre sollecitazioni.
La fiamma è stata accesa, adesso tocca a ciascuno di noi alimentarla per non farla spegnere. Grazie a tutti voi che fate parte e tenete in vita questa Calabria che cambia.

Massimiliano Capalbo

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