La condivisione antidoto contro la diffidenza
Biorfarm nasce a metà del 2014 a Rossano, quando Osvaldo De Falco, un ragazzo di 29 anni che studiava economia a Roma ma con esperienze di lavoro a New York, Milano e in Lituania, in particolare in alcune multinazionali della frutta, decide di tornare in Calabria per aiutare il padre che lavora da solo la proprietà di 25 ettari, a pochi chilometri dal noto centro bizantino.
Una proprietà coltivata per lo più a clementine e ulivi secolari come tante ce ne sono nel Sud Italia. “Non ritenevo giusto – ricorda Osvaldo – che mio padre continuasse a vendere le sue clementine a 20 centesimi al kg mentre a Milano arrivavano a costare, nel negozio migliore, anche a 3 euro e 95 cent“. C’era qualcosa che non andava, Osvaldo aveva avvertito che le politiche commerciali di questo frutto fossero sbagliate ma anche che l’atteggiamento di diffidenza reciproca, che ha sempre caratterizzato i calabresi e anche i principali produttori della zona, fosse perdente. “E poi – continua – perchè le alternative erano due: o tornare a New York e vivere negli USA, ma sentivo che non era il mio luogo perchè a fronte di una maggiore meritocrazia si tratta di un territorio privo della magia e della storia che invece caratterizza il mio; oppure tornare a Rossano per salvare e rilanciare ciò che non volevo perdere e che invece mi ero perso vivendo fuori fino ad allora.”
Biorfarm è un progetto beta che ha come obiettivo quello di creare una comunità agricola digitale, nella quale qualsiasi agricoltore può condividere il suo lavoro, dare in adozione i suoi alberi direttamente ai clienti, senza intermediari. Così come gli utenti possono diventare agricoltori virtuali, controllando la crescita dei frutti e verificando personalmente i risultati. Ciò consente di accorciare la filiera, riducendo i passaggi, permettere ai clienti di acquistare a prezzi più bassi il prodotto finale garantendo all’agricoltore un guadagno maggiore ma, soprattutto, in anticipo rispetto al raccolto. “Tra i clienti la maggior parte sono donne- ci spiega Osvaldo – al momento ne abbiamo 300 soprattutto del Nord Italia, Milano e Roma in particolare, nella maggior parte dei casi si tratta di regali, di persone che regalano un albero a qualcuno.”
Osvaldo non ha aspettato finanziamenti pubblici per farlo, così come non è andato col cappello in mano a fare la questua, come fanno da decenni i suoi colleghi, dall’assessore di turno perchè il settore è in crisi. Ha analizzato il problema e ha trovato una soluzione e l’ha trasformata in valore per tutti utilizzando la tecnologia. “Avevo 1.500 euro da parte e li ho investiti nello sviluppo della piattaforma software che fa funzionare Biorfarm e tutto quello che oggi guadagno lo reinvesto per migliorare il servizio.” La parola chiave è condivisione, antidoto contro la diffidenza. Questa piattaforma permette a chiunque possieda una piantagione di alberi da frutto (di qualsiasi genere) di registrarsi, gratuitamente, e di commercializzare i frutti in anticipo rispetto alla raccolta. Sulle vendite Osvaldo ricava una percentuale che gli consente di mantenere la piattaforma funzionale e aggiornata. “Chiunque possiede degli alberi da frutto può registrarsi e vendere il prodotto direttamente al consumatore finale.” E’ quello che sta succedendo col Trentino, per esempio, nella cui regione Osvaldo ha individuato produttori di mele e pere biologiche interessati ad entrare in Biorfarm. Un esempio di come l’iniziativa individuale e la creatività possano modificare la geografia economica dei territori e rappresentare un’occasione anche per territori notoriamente più dinamici e intraprendenti.
E la meritocrazia lasciata negli USA? E’ arrivata comunque, perchè quando una persona vale, vale in tutto il mondo. Infatti nei terreni di Osvaldo l’Unical ha avviato un progetto per lo studio di fattibilità della coltivazione della brassica carinata, altrimenti detta cavolo d’Abissinia, una specie di pianta dalla quale si produce un olio da cui si ipotizza si possa ricavare biodiesel che, in rotazione con i grani duri, può essere utilizzata per la produzione di biopolimeri. Il progetto ha terminato la prima fase di sperimentazione, nella quale su quattro specie di piante ne è stata selezionata una, e attende di cominciare la seconda, volta a coinvolgere più aziende sul territorio per la sua coltivazione, l’ingegnerizzazione dei processi e la fattibilità economica.
Biorfarm, inoltre, ha partecipato nel mese di maggio all’ING Challenge, promosso da ING Direct e H-Farm, classificandosi primo in Calabria e quindi parteciperà al bootcamp in H-Farm a novembre. E’ stato, infine, anche selezionato come ambassador dal programma Growth Engine for Europe di Google, un programma finalizzato alla digitalizzazione delle PMI, per cui una volta all’anno Osvaldo si recherà a Dublino dove avrà l’opportunità di confrontarsi con altre PMI europee, seguendo corsi di mentoring.
Osvaldo De Falco sarà tra i protagonisti del V Raduno delle Imprese Eretiche.
Massimiliano Capalbo
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