Le im-prese per i fondelli
Il fallimento delle imprese italiane non è di natura economica, non ha niente a che fare con il Covid e con le crisi economiche mondiali come vi racconta la maggior parte dei media, è solo frutto della grettezza di pensiero e di mentalità che caratterizza i suoi maggiori esponenti e rappresentanti. L’economia, l’ho sempre detto e scritto in questi ultimi dieci anni, è solo una conseguenza dell’agire dell’uomo. L’impresa è prima umana e poi economica. Se non cambia l’uomo non potrà cambiare il proprio agire e dunque neanche la propria impresa e di conseguenza il proprio territorio.
A parte un’élite di “grandi imprenditori” la cui grandezza è direttamente proporzionale alle frequentazioni partitiche in virtù delle quali si spartiranno i soldi del PNRR, la stragrande maggioranza delle piccole e medie imprese italiane manca di carattere, di coesione, di consapevolezza e di visione e dovrà accontentarsi delle briciole come è sempre accaduto. Potremmo ribattezzarle im-prese per i fondelli. Mentre i grandi imprenditori trascorrono il loro tempo nei salotti della partitica, quelli delle im-prese per i fondelli trascorrono l’80% del loro tempo a sbrigare le incombenze burocratiche che i partitici hanno ideato per loro; pagare tasse in proporzione maggiore rispetto agli amici dei partitici; a dimostrare di essere in regola nei confronti degli esattori e in ultimo a giocare a guardia e ladri con i propri dipendenti per controllare se hanno il green pass. Nei ritagli di tempo, se non hanno una vita privata, potranno dedicarsi anche a fare impresa.
Così come ho sempre creduto che risieda nelle imprese l’unica chance di cambiamento del Paese, sostengo oggi che è sempre per colpa loro se il Paese si trova in questa condizione di ricatto sociale a seguito dei provvedimenti dispotici del governo Draghi. Le imprese possono rappresentare l’unico contropotere rispetto a quello partitico ma non vogliono esserlo, continuano ad andarci a braccetto o ad abbassare la testa. E’ bastato osservare l’accoglienza riservata da Confindustria a Draghi recentemente e l’assoluto silenzio sull’adozione del green pass sul posto di lavoro per averne una chiara fotografia. D’altronde senza il sostegno delle imprese e della borghesia italiana nessun regime dittatoriale avrebbe mai potuto prendere il potere nel nostro Paese nel corso della sua storia. Nella campagna elettorale del 1924, la Confindustria si schierò apertamente con il governo Mussolini. “A due giorni dalle elezioni – ci racconta Francescopaolo Palaia – il suo rappresentante, l’onorevole Benni, in un discorso al teatro Lirico di Milano esaltò la politica economica e sociale attuata fino ad allora dal fascismo.” Allora come oggi il posto di lavoro diveniva terreno di scontro e non di collaborazione.
E’ in questo rifiuto di prendere in mano il proprio destino, in questa complicità di lunga durata, che si collocano tutte le occasioni mancate di questo Paese, di cui Alitalia è solo l’ultima vittima. D’altronde i modelli che abbiamo avuto negli ultimi venti anni non hanno brillato per la loro virtuosità, al contrario, hanno mostrato come drenare risorse sulle spalle dei contribuenti.
E’ per questo che nel 2011 ho ideato il Raduno delle Imprese Eretiche, era un tentativo di far acquisire questa consapevolezza circa il potere che ciascuno di noi ha (a prescindere dalle dimensioni della propria iniziativa) di cambiare il proprio territorio e il proprio destino diventando imprenditori di se stessi prima che di un prodotto o di un servizio. Volevo far comprendere che il cambiamento passa da li e non dalle elezioni, svuotate di ogni efficacia e divenute ormai solo un mero evento mediatico.
Le imprese rappresentano il tessuto economico e connettivo del Paese, quello reale, capace di generare non solo occupazione e benessere economico ma anche bellezza, tutela e valorizzazione dei saperi e delle risorse presenti su un territorio. Hanno un ruolo cruciale che si rifiutano di esercitare per pigrizia, paura, apatia, incapacità, malafede, vigliaccheria, opportunismo e molto altro. Al contrario della partitica che è diventata ormai solo una forma di parassitismo sociale ed economico capace di appiattire, violentare, corrompere, impoverire, pervertire, degradare e annientare territori, persone e culture, l’imprenditoria ha il potere di generare, di creare, di trasformare la realtà se lo vuole. “Noi pensiamo che la specie umana è feconda perché in grado di riprodursi – scrive Matthew Fox – ma quanto più feconda è l’immaginazione di un solo essere umano. Si tratta di un terribile potere creativo.” che però ci rifiutiamo di esercitare. Forse il peccato più grande che le imprese italiane commettono quotidianamente. Chi è causa del suo mal pianga se stesso.
Massimiliano Capalbo
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