Poco ma sicuro

I violenti episodi di cronaca di questi ultimi giorni, hanno riportato al centro del dibattito mediatico il tema della sicurezza, percepita sempre più come precaria. Ma è vero che gli episodi di violenza stanno aumentando o è solo quello che vogliono farci credere? E soprattutto perché dobbiamo vivere al sicuro? E poi al sicuro da cosa? Dagli imprevisti, dagli eventi, dai pericoli, dalla vita?

Un tassista è stato aggredito a Milano, una donna picchiata a Roma. Nulla di nuovo sotto il sole, specie se ciò accade nelle grandi metropoli dove non esiste il senso della comunità (a causa delle enormi dimensioni di questi agglomerati urbani, del meltin pot di razze che li popolano e dello stile frenetico, alienante e impersonale con cui si svolge la vita quotidiana), se non fosse stato per la vicinanza temporale con cui i due episodi sono accaduti ma soprattutto per l’enorme amplificazione data dai media. In particolare il secondo episodio, perché ripreso da una telecamera a circuito chiuso che ha spettacolarizzato l’accaduto oltre misura, incidendo oltremodo sull’emotività degli spettatori. Come afferma Chomsky “l’uso del registro emotivo permette di aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre comportamenti”.

Secondo il sociologo Domenico De Masi non è affatto vero che la violenza sta aumentando ma, al contrario sta diminuendo, le società precedenti infatti erano molto più violente di quella post-moderna e la tendenza è ad una diminuzione progressiva. Ma quelle società non vivevano nel mondo virtuale dei media come la nostra.

Il media (come la parola stessa suggerisce) si frappone fra la notizia e lo spettatore. Media appunto, e nel corso di questa mediazione opera inevitabilmente delle distorsioni, non necessariamente volute, creando un’altra realtà. Chi non ha mai giocato al gioco del telefono senza fili? Dalla sua origine alla sua destinazione finale la notizia subisce, nei vari passaggi che compie, inevitabili cambiamenti, fino a perdere i suoi caratteri originari e quindi la sua veridicità.

Non siamo più in grado di leggere la realtà se non ce la raccontano i media. Abbiamo avuto bisogno che una telecamera a circuito chiuso riprendesse l’indifferenza degli utenti della metropolitana di Roma perché ci accorgessimo tutto d’un tratto che le persone che vivono in queste metropoli non si percepiscono più. Ma è sufficiente entrare nei vagoni di una qualsiasi metropolitana ed osservare i passeggeri per accorgersi che hanno tutti un’espressione spaventata ed alienata. Nessuno ti riconosce, nessuno si riconosce, l’unica preoccupazione è uscire il più presto possibile, nuovamente, alla luce del sole.

I media hanno bisogno di veicolare terrore perché la politica ha bisogno di persone spaventate, alle quali offrire sicurezza in cambio della propria libertà. Vuoi essere al sicuro? Dimmi cosa fai, dove vai, cosa pensi ed io ti proteggerò. Vuoi essere libero? Fatti tuoi, lo fai a tuo rischio e pericolo. Lì fuori potrebbe esserci qualcuno pronto ad aggredirti ed io (non conoscendoti) non potrò far nulla per difenderti. Perché dunque rischiare? Per essere libero? Ma chi te la fa fare. E’ così comoda la sicurezza.

Chi te la fa fare a tentare di rimboccarti le maniche per mettere su un’attività? Meglio cercare qualcosa di già pronto, i nostri amici imprenditori hanno il lavoro che fa per te, devi solo eseguire dei compiti. Chi te la fa fare ad utilizzare del software libero se devi stare lì a leggere i manuali di istruzione? Meglio le nostre proposte proprietarie preconfezionate e già pronte all’uso. Chi te la fa fare a cucinare? Meglio quattro salti in padella. Chi te la fa fare ad andare in giro di notte ad incontrare altra gente, a discutere e a confrontarvi di cosa? Meglio se resti isolato nel comodo divano di casa tua, da solo sei più vulnerabile, il tuo mega schermo con sistema dolby surround e il tuo decoder con migliaia di canali, ti permetteranno di emozionarti meglio, di essere coinvolto ancora di più nella realtà virtuale che ti propiniamo quotidianamente. Non dovrai fare alcuno sforzo, solo piazzarti lì e ascoltarci .. ascoltarci .. ascoltarci: gli extracomunitari, la villa di Montecarlo, Berlusconi, il federalismo, Fini, le riforme, Bersani, la sinistra, la destra, i sindacati, Marchionne, Fabrizio Corona, Sarah e lo zio, Olindo e Rosa… non avrai altri pensieri all’infuori dei nostri. Questo è poco ma sicuro.

Massimiliano Capalbo

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2 commenti
  1. favius
    favius dice:

    Purtroppo siamo schiavi di quella scatoletta chiamata televisione, siamo studiati a tavolino come topi da laboratorio, sanno benissimo cosa dirci e come dircelo, per farci rimanere attaccati allo schermo… sai com'è poi passa il messaggio pubblicitario… tutto è votato al consumo ed al denaro, a chi vende fumo in televisione non importa un bel nulla della crudeltà delle immaggini e dei messaggi indiretti che ci propinano ogni giorno come una droga. A loro interessa solo vendere questo o quel prodotto. A me è capitato spesso di partecipare direttamente ad un fatto di cronaca, sul posto non vedere il famoso giornalista che con il suo taccuino cerca di fare il proprio mestiere, poi sui giornali trovi la notizia travisata nella quale vengono evidenziate solo le situazioni ed i particolari che colpiscono la nostra suscettibilità, senza mai o quasi descrivere con onestà intellettuale i fatti e basta. Ci hanno drogato con le notizie di malaffare, di cronaca nera, scabrose di guerra ecc.. siamo talemente avidi di brutture sofferenze che le buone notizie passano sempre in secondo piano…

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