Udite udite… il mondo del lavoro è cambiato!
In queste ultime settimane due affermazioni in particolare, fatte da esponenti del governo, sono state manipolate a piacimento dai media e, come avviene da sempre, strumentalizzate da più parti. Prima il viceministro Martone e infine il presidente Monti hanno esternato il proprio pensiero, riguardo i cambiamenti in atto nel mondo del lavoro, e sono scoppiate le consuete polemiche.
Se analizziamo obiettivamente le due affermazioni, lasciando perdere chi le ha fatte, se quindi analizziamo il contenuto, ci rendiamo conto che i due esponenti del governo non hanno fatto altro che descrivere la realtà. Ormai da quasi dieci anni il mondo del lavoro è cambiato, solo che nessuno ce l’ha mai detto e noi continuiamo ad illuderci che non sia cambiato nulla. Vediamo, dunque, cosa c’è di vero in quelle affermazioni.
La prima sacrosanta verità è che bisogna (a mio avviso bisognava già dai primi anni del duemila) una volta per tutte cominciare a dare nuovi messaggi culturali, come afferma il viceministro Martone. E’ vero che se all’Università rimani parcheggiato per molto tempo (questo il senso del ragionamento, poi che siano 28 o 30 anni cambia poco), nel 90% dei casi vuol dire che quella scelta non è stata felice e quella Facoltà non fa per te (non è vero che sei sfigato, sei solo uno che non ha ancora le idee chiare su cosa fare da grande). E’ verissimo che se scegli di fare un Istituto Tecnico, e quindi scegli di imparare un mestiere invece di andare all’Università, fai un’ottima scelta, perchè oggi gli artigiani scarseggiano. Siamo pieni di avvocati, ingegneri, medici e architetti che guadagnano quattro soldi perchè in esubero e poi non si trova più uno scalpellino, un bravo falegname o un fabbro i cui lavori vengono retribuiti ormai a peso d’oro. Anche perché il valore della laurea (per rimarcare un’altra polemica di questi giorni) è ormai prossimo allo zero. Non perchè un governo a breve lo deciderà ma perchè, in un mondo che cambia rapidamente, la formazione ormai è continua e la laurea non è più una meta ma solo una tappa di un percorso potenzialmente infinito.
Così come è verissimo che i giovani devono abituarsi (già da tempo anche qui) che il posto fisso non esiste più (io ho sempre affermato “per fortuna!!”) non perchè lo dice il Presidente del Consiglio ma perchè il mondo è cambiato.
Mi fanno sorridere le proteste di chi non si sforza minimamente di prendere atto che sono in corso dei cambiamenti epocali e che semmai bisogna ragionare su come renderli più equi. Queste persone somigliano molto a quei giapponesi che continuavano a combattere a guerra terminata. Ci si barrica dietro le proprie vecchie e obsolete convinzioni e si pretende che sia lo Stato a trasformarsi in datore di lavoro, come avveniva in passato. Una popolazione allevata in cattività, come gli orsi allo zoo, non ama il cambiamento, non ama le sfide. Quando Monti afferma: “..e poi, diciamolo, che monotonia, è bello cambiare e accettare delle sfide..” gli italiani rabbrividiscono, perchè hanno perso lo spirito d’iniziativa, la fiducia e l’entusiasmo, sopiti e anestetizzati da decenni di assistenzialismo a vario livello.
Se in Italia ci fossero dei giornalisti invece che dei megafoni dei politici, se scrivessero/parlassero meno e leggessero di più, se alzassero il culo dalla sedia delle redazioni e cominciassero ad andarsele a cercare le notizie, invece di aspettare che arrivino con un fax sulla scrivania o facendo domande idiote a politici incompetenti e raccomandati, scoprirebbero che le affermazioni di cui all’oggetto sono tutte sacrosante. Ma, soprattutto, informerebbero per tempo la popolazione, che vive nel 2012 con una mentalità da fine ‘800, che il mondo è cambiato e non dovremmo attendere le dichiarazioni di chicchessia per mostrare tutto il nostro stupore.
Massimiliano Capalbo
Non sono rimasto meravigliato anch'io a sentire certe dichiarazioni ma già oggi GIUSTAMENTE qualcuno faceva notare che, ad esempio, il prof. Monti ORA dovrebbe comunicare ai suoi amici banchieri come si dovrà fare ad ottenere un mutuo se il lavoro dovrà essere NON PIU' FISSO e il sottosegretario SPIEGARCI come mai, in tutti questi anni, le università italiane NON SONO MAI RIUSCITE?, NON HANNO MAI VOLUTO?, NON ERA INTERESSE DI STATO…FORMARE DEI GIOVANI PROFESSIONISTI PIU' IN QUALITA' E NEL PIENO RISPETTO DELLA CRECITA -SE PROPRIO DEVE ESSERE COSTI QUEL CHE COSTI!- IN SOSTENIBILITA' E PRODURRE TUTTO CIO' CHE ESSENZIALMENTE EFFICACE,…E NON SOLO PER IL GUSTO DI FAVORIRE L'ILLOGICITA' UMANA DEI MERCATI E DI TUTTO CIO' CHE HA RESO QUESTO NOSTRO MONDO PIU' VIRTUALE CHE REALE…
Il fatto che le dichiarazioni del "neo-mediatico" presidente del consiglio siano state interpretate solo nel punto in cui egli si sofferma sul fantomatico "posto fisso", è indice di quanto sia scarsa la capacità di analisi dei giornalisti e, in seconda battuta, dei politici e sindacalisti che credono che il loro consenso dipenda dal fatto che siano o meno in grado di "fare la voce grossa" davanti a dichiarazioni che sono solo in apparenza "sconvolgenti". C'è ben altro, secondo me, da analizzare in quelle dichiarazioni, ma questo deve essere approfondito a parte.
L'articolo di Massimiliano, invece, non è altro che la sintesi di quello che, ancora in pochi per ora, hanno il coraggio di ammettere: la mentalità del "posto fisso", della vita "tranquilla" e "comoda", ci ha reso più schiavi che uomini. Per fortuna adesso tutto questo sta uscendo allo scoperto, e come lo stesso Massimiliano sosteneva nell'articolo "il tempo della verità", è bene che la crisi (anche questo è sintomo di crisi) operi.
magari prima di cambiare il mondo del lavoro bisogna cambiare anche il sistema delle banche, secondo lei con un contratto a progetto di 8 mesi una banca mi da un mutuo? (poi che quel contratto a progetto sia realmente un contratto a progetto è un altro discorso, ma questo potrebbe rientrare nel cambiamento del mondo del lavoro anche se io la chiamo evasione fiscale). Per quanto riguarda i mestieri può essere che non si strovi più uno scalpellino, un bravo falegname o un fabbro ma chissà ho sempre l'idea che i figli di professori o dell'Italia bene il fabbro non lo va a fare in ogni caso. Ah si il posto fisso……si può cambiare anche da posto fisso a posto fisso accetando nuove sfide, ma forse gli imprenditori di una volta nn ci sono più e preferiscono darti un posto flessibile. GRAZIE.