Una mattina, a colazione
“Ne abbiamo discusso a colazione“. E’ nato così il vaccino Pfizer-Biontech. E’ un’immagine che contrasta fortemente con quelle televisive che mostrano sempre, quando si parla di ricerca scientifica, macchinari complessi e laboratori pieni di provette a indicare quegli alti costi della ricerca che giustificherebbero l’esistenza dei brevetti farmaceutici. Invece, per Ugur Sahin e Ozlem Tureci, l’idea è venuta semplicemente discutendo di mattina a colazione. E’ quasi sempre così, le idee il più delle volte vengono nei momenti in cui non sei al lavoro, in cui la mente si occupa di altro.
E’ il 25 gennaio 2020 e i due, marito e moglie, entrambi medici oncologi ed entrambi tedeschi di origini turche, parlano a casa dello strano virus in Cina, sono subito colti dall’idea di essere in possesso di una tecnologia che avrebbe permesso di sviluppare un vaccino molto rapidamente. Hanno appena presentato a San Francisco una ricerca sul cancro, ma “improvvisamente tutto è cambiato“. Lunedì 27 Gennaio sono già al lavoro con il loro team. Sul vaccino. L’idea è “semplice”: ingannare il sistema immunitario in modo che creda di avere un virus che in realtà non ha, sottoporlo “a un training senza avere bisogno del virus“. L’idea viene loro dal lavoro svolto sul cancro. “Abbiamo fondato aziende e ong per sviluppare farmaci contro il cancro. La nostra idea è quella di usare il sistema immunitario contro il cancro. Questo è l’obiettivo di Biontech. Il successo del vaccino porta a una trasformazione dell’azienda. Per la prima volta abbiamo vere entrate da reinvestire“. Al movente altruistico (“dobbiamo fare qualcosa”) si unisce un movente egoistico, fare soldi, tanti e senza la trafila che di solito si deve fare per sfondare nel mercato. E’ il problema alla base di ogni ricerca scientifica, le idee non vengono messe a disposizione del mondo se il mondo non paga lautamente, di solito si usa dire che le idee vengono con gli investimenti, i macchinari, i laboratori. Qui son venute a colazione, a casa, non ci sono alibi per i brevetti.
La visione dei due è fortemente caratterizzata dall’esperienza precedente: i farmaci come unica risorsa contro il cancro, la vita, dicono, si può allungare solo con “trattamenti farmacologici”. E’ questo il retaggio che l’attuale pandemia rischia di lasciare alle nuove generazioni, l’idea che solo i farmaci possano garantire una buona e lunga vita.
Alla fine il giornalista chiede il significato di un amuleto che Sahin porta sempre con sé: “In turco si chiama Nazar Boncuk. E’ un occhio che protegge dagli sguardi maligni“. La scienza non ti protegge dall’irrazionale, come aveva a suo tempo ben intuito Kafka.
P.S. Ho tratto il materiale da un’intervista al Corriere della Sera del 22 Marzo. Tralascio ovviamente, in quanto non competente, il problema della validità del vaccino Biontech, se giocare con il sistema immunitario sia operazione inoffensiva o al contrario pericolosa. A me interessa mettere in luce che l’occasione avrebbe potuto generare il superamento della logica del brevetto, ovvero del denaro come unico criterio di sviluppo.
Giuliano Buselli
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