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VI Raduno delle Imprese Eretiche

L’essere umano è addormentato, dorme di un sonno profondo, senza esserne consapevole ma pensando di essere sveglio. Nasciamo a cresciamo con una voce nella testa, che è data dalla somma dei rumori provenienti dall’esterno, che ci convince che quella che stiamo vivendo è l’unica vita possibile. Viviamo di false credenze e queste determinano le scelte (dalle più futili alle più importanti) che compiamo nella nostra vita.
Si tratta del sonno della coscienza che ci rende schiavi della realtà, una realtà che subiamo quotidianamente senza sapere, invece, di avere il potere di determinarla con le nostre scelte e le nostre azioni. Molte persone il cambiamento (tanto invocato) non lo vedranno mai. Per un semplice motivo: il vero cambiamento non è fuori da sé ma è quello che avviene dentro di sé. E’ un nuovo sguardo sul mondo. E’ un lavoro quotidiano di auto-consapevolezza che parte sempre da qualcosa che si ha dentro. Il cambiamento è già presente in ciascuno di noi ma sono in pochi quelli in grado di tirarlo fuori. Io li chiamo eretici. Ecco perché la necessità di un Raduno delle Imprese Eretiche. Per portare sotto i riflettori i veri esempi e demolire le false credenze, quelli che sono riusciti ad attuarlo il cambiamento e a dimostrare, a quelli che non hanno ancora osato, che possono riuscirci.
Il Raduno non è un evento di massa, non fa la conta dei partecipanti, non ricerca consenso, non ha copertura mediatica, è scomodo da raggiungere, richiede impegno, non verrà registrato o trasmesso in streaming per permettere a chi non è venuto di assistervi comodamente da casa, è una corsa ad ostacoli pensata appositamente solo per selezionare i duri e puri. La strada dell’eresia è irta di ostacoli e per una società abituata da tempo a ricercare scorciatoie è un problema. Leggo di gente che si affligge per un risultato elettorale mancato o per una promessa non mantenuta e sorrido, come sorridono tutti gli eretici che ogni giorno lottano e si sacrificano per superare ostacoli e problemi ben più gravi.
In realtà chi ancora spera che un risultato elettorale possa cambiare i destini di un territorio non ha imparato niente dal passato, nonostante continui a vivere di (e nel) passato. Non ha capito che è proprio quella speranza a tenere impantanato e prigioniero lo speranzoso. Non ha capito che chi continua a raccogliere consensi utilizza l’arma del lavoro, in un mondo dove il lavoro è il solo strumento per ottenere dei soldi da spendere per vivere. Non ha capito che è soltanto dimostrando agli schiavi che possono diventare liberti passando dal ruolo di dipendenti a quello di imprenditori di se stessi, che è solo prendendo in mano il proprio destino che potranno determinare un cambiamento.
Ecco perché dal 2011 porto sotto i riflettori le imprese eretiche, che prima che essere economiche sono imprese umane, perché è solo attraverso il loro esempio che molti schiavi potranno decidere di spezzare le catene alle quali la loro mente, prima che altre persone, li tiene legati.
Al raduno non c’è tempo per i salamelecchi, i saluti delle autorità, per le frasi fatte o ad effetto, per la captatio benevolentiae. Se hai qualcosa di interessante da raccontare, che può aiutarmi ad orientarmi ed a comprendere come muovermi in un mondo divenuto molto complesso, hai diritto di stare sotto i riflettori e di occupare uno spazio e del tempo preziosi, altrimenti puoi metterti seduto ad ascoltare e lasciarti ispirare da quelli che hanno agito prima di te. Parlano le fiamme che ardono, ascoltano i fuochi sotto cenere.
Ma il Raduno serve anche a creare connessioni, a diffondere una nuova mentalità: quella della collaborazione. La più difficile in un territorio abituato alla diffidenza e allo scetticismo come la Calabria. Quella mentalità che ancora non caratterizza neanche gli eretici, se non in minima parte. In questi anni ho portato sotto i riflettori circa 70 storie (più o meno eretiche, ho commesso ovviamente degli errori anche io) ma le connessioni sono difficili da stabilire e non possono avvenire perché qualcuno ti costringe o ti obbliga a farlo, altrimenti tutti i bandi e le risorse economiche utilizzate per incentivare queste forme di collaborazione avrebbero dovuto produrre qualcosa e non risultare solo uno sperpero.
Per essere vere ed efficaci le collaborazioni devono essere spontanee, devono nascere dalla simpatia, dal greco συμπάθεια (sympatheia), parola composta da συν + πάσχω = συμπάσχω, letteralmente “patire insieme”, “provare emozioni con…”.
Qualcuno, in questi anni, ha pensato che essere eretici significava appuntarsi una coccarda sul petto, si sbagliava. Qualcun altro che potesse diventare una bandiera da utilizzare al momento opportuno, si sbagliava. Qualcun altro ancora che sarebbe servito al sottoscritto per un’eventuale carriera partitica, si è sbagliato anche lui. Altri ancora che potesse essere strumentalizzato per altri scopi. Errato. Altri ancora pensando che fosse sufficiente avere un’impresa di successo. Si sono sbagliati tutti. Non puoi vedere il cambiamento con gli occhi rivolti all’indietro, puoi solo replicare il passato.
Il passo che dobbiamo ancora compiere è quello della condivisione. Dopo essere diventati autonomi dobbiamo rendere queste autonomie incisive, ciascuna nella sua diversità, perché acquisiscano un potere contrattuale, perché diventino ancora più efficaci, ma dobbiamo farlo in maniera nuova rispetto al passato.
Ecco perché ereticamente non è (e non vuole essere) un’associazione, un movimento, un club, un qualcosa di già visto. Ereticamente è un metodo, si è eretici nel momento in cui si agisce ereticamente, si creano sinergie nel momento in cui si fanno e non nel momento in cui si rendono note. Essere eretici è un atteggiamento, un modo di essere, non un tecnicismo o un modo per darsi un tono.
Essere eretici migliora la qualità della nostra vita, perché quando si punta sulle passioni si diventa persone migliori. In ogni ambito lavorativo o professionale, oggi, il clima sembra volgere al peggio, i rapporti umani sono sempre meno umani, non possiamo stupirci se le persone vengono considerate solo dei numeri, perfino in ospedale, dove si muore per negligenza, poca attenzione e assoluta assenza di empatia. C’è bisogno di eretici per determinare l’unico vero cambiamento possibile.
Domenica 18 giugno si terrà, presso il parco eco-esperienziale Orme nel Parco, la VI edizione del Raduno delle Imprese Eretiche.

I protagonisti della VI edizione

1. Pierluigi Virelli – Carnevale di Cutro – Cutro (KR)
2. SMOE – Catanzaro
3. Luciano Ricci – SolidAle Beer – Catanzaro
4. Francesco Passafaro – Teatro Comunale – Catanzaro
5. Pietro Noce – La Meridiana – Celico (CS)
6. Rosetta Bolognino – Kitza – Gerace (RC)
7. Giorgio Ruggeri e Simona De Mitri – Parco dei Paduli – San Cassiano (LE)
8. Leonardo e Michele Laino – Albidona (CS)
9. Alessandro Cortese – Club Velico Crotone – Crotone
10. Giuseppe Rosanò – Girifalco (CZ)
11. Angela Zwingauer e Fabio Cinque – Suoni erranti – Montalto Uffugo (CS)
12. Domenico Sorace – Vibo Valentia capitale italiana della cultura
13. Francesca Tramontana e Francesco Praticò – Casa Vela – Scilla (RC)

Gli esempi diventati modello:

1. Roberta Caruso – Home for Creativity – Montalto Uffugo (CS)
2. Stefano Caccavari – Mulinum – San Floro (CZ)

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