Quando si parla di giustizia si parla sempre al singolare. Ma siamo sicuri che esista una sola giustizia? Che il concetto possa essere unico ed onnicomprensivo? Sono consapevole di inoltrarmi in un campo non mio (non ho studiato diritto) e di semplificare molto ma questo scritto non pretende di essere esaustivo solo, come sempre, uno stimolo alla riflessione.
La mia, fin qui breve, esperienza sulla terra mi ha permesso di conoscere almeno tre tipi di giustizia: c’è quella degli uomini, quella divina (per chi ci crede) e quella naturale (ovvero della natura).
La giustizia degli uomini è quella imperfetta per definizione, forse è anche errato chiamarla giustizia. Non è altro che la risultante di alcune “forze” che si contrappongono, l’accusa e la difesa, che sulla base degli elementi e delle prove che riescono ad accumulare e della retorica che utilizzano per convincere un altro essere umano (il giudice) della veridicità delle proprie versioni, lo inducono ad emettere una sentenza a favore di una delle due parti in causa. La risultante di questa disputa non è mai la verità (non potrebbe esserlo) ma solo una parte della verità, quella considerata più plausibile.
Poi c’è la giustizia divina e quella, per definizione, è certa, infallibile, equa, vera, perfetta. In virtù di queste caratteristiche consente, a chi ci crede, di potervi riporre speranza soprattutto quando quella degli uomini fallisce (cioè sempre). Ma è impalpabile e soprattutto rimandata ad un futuro incerto, nell’aldilà.
Infine c’è la giustizia della natura, che è una via di mezzo tra le due, molto più vera di quella degli uomini e molto più concreta di quella divina. Qualcuno pensa che sia una giustizia divina che ogni tanto prova a manifestarsi sulla terra, ma tant’è. E’ quella che spazza via, in seguito ad una forte pioggia, una casa costruita sul letto di un fiume o a ridosso di una collina franosa; è quella che fa implodere una costruzione dopo un terremoto, edificata senza rispettare le leggi della fisica o della chimica (utilizzando materiali scadenti o in assenza di professionalità adeguate); è quella che uccide un terreno sovrasfruttato e inquinato da pesticidi; è quella che fa morire di cancro le persone che vivono vicino ad un inceneritore o ad una centrale altamente inquinante e che non hanno fatto nulla per impedire che fossero costruiti e così via.
E’ la giustizia in cui credo sempre di più, quella che ci mette di fronte alle nostre responsabilità, quelle vere, che non assolve e non guarda in faccia nessuno: povero e ricco, intelligente e stupido, colto e ignorante, buono e cattivo. Le sue sentenze sono sempre definitive anche se gli uomini, in seguito ai disastri, si affrettano sempre ad allestire i propri processi utilizzando il proprio concetto di giustizia, che arriverà sempre tardi e che sarà sempre fallace. Le sue sentenze sono gratuite, rapide, inappellabili, definitive. In una sola parola: giuste.

Massimiliano Capalbo

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1 commento
  1. Antartica
    Antartica dice:

    Sempre più spesso dimentichiamo che la nostra esistenza, in fondo, è regolata da un preciso rapporto di causa-effetto. Ad ogni azione corrisponde una reazione… Penso che basterebbe entrare in quest'ottica per evitare tanti piccoli e grandi disastri.

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