L’oasi progettuale prima di quella naturalistica
Qualcosa si muove, anche se lentamente. Ci sono segnali positivi che fanno ben sperare anche nel capoluogo di regione. Ovviamente non provengono dalla partitica ma dalla cittadinanza che, finalmente, comincia a comprendere che occorre rimboccarsi le maniche e pre-occuparsi del territorio nel quale si vive. Sono piccoli segnali ma in grado di determinare grandi cambiamenti. Quelli di cui vale la pena interessarsi.
Dall’esperienza del Kalabrian Kayak Scolacium è nato #kalabrianH2O un gruppo Facebook che conta già 160 membri. “Vuole essere – si legge nella descrizione del gruppo – un omaggio all’Acqua nei suoi tre stati: liquido, solido e gassoso. Questo prezioso e, per alcuni versi, ancora misterioso elemento, è la fonte di vita per eccellenza e merita di essere celebrato, amato e tutelato. Qui gli iscritti potranno manifestare l’amore per l’Acqua pubblicando fotografie, commenti, poesie….E’ intenzione dei promotori organizzare concorsi fotografici periodici, premi letterari, manifestazioni sportive acquatiche ed ogni altra iniziativa che abbia come scopo quello di vivere intensamente il mare, i fiumi, i laghi difendendo l’ecosistema dall’inquinamento.” E da questo gruppo, a sua volta, è nata una bellissima proposta “Il fiume delle idee” con cui si invita, chi lo volesse, ad avanzare un’idea per la riqualificazione della foce del fiume Corace e per la valorizzazione della beach rock di Catanzaro Marina (che in pochi conoscono). Un progetto per il quale si è tenuto un primo incontro il 22 gennaio scorso nel quartiere marinaro, al quale ho preso parte, che ha visto la nutrita partecipazione di appassionati cittadini.
“Si tratta solo di ribaltare una consuetidine ultradecennale e cioè rendere ciò che è un sito adibito a discarica, con un maleodorante depuratore, in un parco fluviale” connesso a quello archeologico della Roccelletta. Qualcosa che altrove sembrerebbe banale ma che, almeno negli ultimi 40 anni (cioè da quando vivo in questo quartiere), nessuno aveva mai osato proporre. Perchè nessuno aveva mai osato guardare la foce del Corace da un altro punto di vista, operazione compiuta egregiamente invece dalle canoe eretiche del Kalabrian Kayak Scolacium che, dal mare, hanno potuto osservare ciò che i cittadini dalla terra ferma continuano a non vedere.
Adesso si tratta solo di evitare di commettere due errori (che normalmente in Calabria si commettono quando si pensa di progettare qualcosa) se si vuole che questo sogno diventi realtà: 1) individuare delle persone appassionate che si facciano custodi, strenui difensori e coordinatori del progetto e che, una volta realizzato, lo gestiscano con professionalità e capacità, rendendolo fruibile ad una collettività (che dovrà essere coinvolta e alfabetizzata) che fino a ieri lo riteneva solo un luogo dove appartarsi per copulare o per scaricare rifiuti di ogni genere. Non è difficile, infatti, realizzare i progetti quanto farli funzionare dopo averli realizzati, evitando di lasciarli in balia dei vandali e del disinteresse generale; 2) evitare di coinvolgere la partitica se non per lo stretto necessario (solo quando costretti in fase di autorizzazione dei lavori e per gli adempimenti burocratici). Il miglior modo per far fallire il progetto, infatti, è coinvolgere un partitico (di qualsiasi colore) che lo strumentalizzerà a proprio uso e consumo stravolgendolo fino a renderlo irriconoscibile. In questa fase occorre coinvolgere invece appassionati, studiosi, esperti, naturalisti, botanici, imprenditori turistici (veri) che vedono in questo progetto un’occasione concreta di sviluppo, di occupazione, di ricerca, di studio, di valorizzazione del territorio. Prima ancora di creare un’oasi naturalistica occorre dunque creare un’oasi progettuale che impedisca ai fattori di disturbo, sempre in agguato, di compromettere il buon esito dell’iniziativa. E’ questo il messaggio che mi sento di inviare a chi raccoglierà questa sfida, una sfida che se vinta ci aiuterà a compiere un importante passo verso la costruzione di un nuovo senso dello stare insieme che, in questa città, nessuno mai ha osato fino ad oggi neanche lontanamente immaginare.
Massimiliano Capalbo
Qualcosa si muove anche se lentamente e con molte difficoltà nella progettazione oltre che nella futura gestione dei progetti che, seppur buoni, rischiano di rimanere nel pantano.
La personale esperienza mi offre l’opportunità di confermare che, in molti casi, solo la giusta caparbietà può aiutare a realizzare qualche valido progetto libero da lacci partitici.
Mi innamorai dell’idea di Parco Avventura nel lontano 2008 quando, in occasione del compleanno di una delle mie figlie, decisi di portarle a trascorrere una giornata a Orme nel Parco, quel Fantastico luogo che tu ed i tuoi amici avete saputo creare nella Sila Piccola, vicino al Comune di Zagarise.
Dopo quella entusiasmane giornata, il ‘pallino’ di un Parco Avventura da realizzare nel Comune di Lamezia Terme non mi ha mai abbandonato.
Cominciai a parlarne con amici d con il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, che, pur mostrandosi interessato al progetto, mi disse subito che il Comune non aveva le disponibilità economiche per poterne finanziare la realizzazione.
Chiesi l’intervento dei tecnici di Orme nel Parco per effettuare dei sopralluoghi al fine di individuare l’area dove poterlo realizzare e li incaricai di preparare il progetto cartaceo da presentare al Comune.
Intanto, per reperire le necessarie risorse, cercai di coinvolgere imprenditori locali ma senza alcun successo. Mi rivolsi alle banche ed al Credito Sportivo (banca del CONI) che però richiedevano la fideiussione del Comune in quanto proprietario dell’area da destinare a parco. Ufficialmente per problemi legati al Patto di Stabilità, l’ente comunale non poteva rilasciare questa garanzia ed io, pur non abbandonandola, dovetti accantonare l’idea.
IL 27 gennaio del 2013, il Primo Cittadino mi informò del fatto che (ad ottobre del 2012…) era stato emesso un bando “Giovani per la valorizzazione dei beni demaniali” dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri rivolto alle Regioni Sicilia, Calabria, Basilicata e Campania. Mi comunicò però che il bando scadeva il 5 febbraio immediatamente successivo! Non mi feci prendere dallo sconforto e, dopo una settimana di lavoro “matto e disperatissimo” supportata di un bravissimo consulente, riuscii a preparare tutta la documentazione richiesta per l’adesione al bando e alle 7.30 del 5 febbraio 2013 ero in fila davanti ai cancelli del palazzo dove erano gli uffici preposti a ricevere e protocollare i diversi progetti.
A quell’ora erano in fila già un centinaio di persone che, alle 9 (orario di apertura degli uffici) erano diventate cinquecento.
Fu chiesto di mantenere la fila in maniera tale da poter protocollare i progetti con il numero esattamente corrispondente all’ordine di arrivo e così il mio progetto fu protocollato alle ore 9.30 con il numero 189
Ritornai alla Stazione Termini per prendere il primo treno utile a tornare a casa e cominciai ad attendere l’esito dell’esame della preposta Commissione.
Circa un anno dopo fu pubblicata la graduatoria ed il mio progetto risultò idoneo ma non finanziato per carenza di risorse benché fu comunicato che, molto probabilmente, anche quelli idonei sarebbero stati finanziati laddove fossero state reperite ulteriori risorse economiche.
Si trattava di attendere e, per il momento, accantonare l’idea. Così fino al 23 dicembre del 2014 quando ho ricevuto la raccomandata con la quale il Dipartimento Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri mi ha comunicato che, insieme ad altri 25 progetti, quello del Parco Avventura a Lamezia Terme sarebbe stato finanziato grazie al reintegro di risorse.
Potete immaginare quale felicità nel ricevere questo splendido regalo di Natale!
Dal 7 gennaio fino al 27 gennaio (sarà un caso la coincidenza delle date…) con l’aiuto e l’ausilio del bravissimo consulente già citato, ho preparato la documentazione richiesta per la firma della Convenzione.
Una volta sottoscritta,il Dipartimento stabilirà i flussi delle erogazioni e dei lavori da eseguire, sotto stretto monitoraggio, sino alla totale realizzazione del Parco per il quale non è stato ancora scelto un nome.
Spero di non impiegarci altri sette anni per trovarne uno… sicuramente dovrà essere un nome che unisca il momento ludico, di svago a momenti ed eventi culturali, musicali, di formazione e informazione.
Tenetevi pronti! Fra poco sarete chiamati a darmi una mano per la realizzazione di questa ERETICA impresa!
Saluti più che mai Eretici
Mariateresa Costanzo