Stato di degrado
“Le prostitute in pieno giorno sulla tirrenica tra Falerna e Campora sono la prova che lo Stato da queste parti è solo di degrado.” Questa frase, twittata ieri sulla mia pagina FB, ha generato una piccola discussione analizzando la quale è possibile comprendere il nostro modo di reagire alle sollecitazioni che provengono dall’ambiente in cui viviamo.
C’è stato chi ha elencato altre località della Calabria caratterizzate dal fenomeno per rassicurarmi che non fosse una peculiarità della zona; chi ha elencato quelle del Nord per consolarmi che non siamo messi peggio di altri; chi mi ha dipinto come un bacchettone che non sa come funziona il mondo; chi ha invocato una legge per legalizzare il fenomeno e dunque normalizzarlo; chi ha fatto un’analisi psico-sociologica dal rapporto uomo-donna nella nostra società; chi ha parlato di teorie economiche fondate su quest’attività; chi ha spostato l’attenzione su altri temi ritenuti più importanti.
Se ci riflettiamo ci rendiamo conto che ciascuno ha ragionato alla stregua dei partitici. Invece di soffermarsi a riflettere sul fenomeno si è cercato di fornire quella risposta che consentisse a Massimiliano di non aggiungere altro, di considerare il problema risolto o comunque motivato/giustificato e dunque meno pressante dal punto di vista psicologico. Che se ci pensate bene è quello che fanno i partitici ogni giorno. Non sono intenti a risolvere i problemi ma a rimuoverli dall’urgenza, a renderceli meno pressanti, meno minacciosi e dunque a farci sentire più tranquilli, meno preoccupati. Descrivere un fenomeno come non isolato, ad esempio, dovrebbe spingerci a rassegnarci allo status quo. E tranquillizzante dopo tranquillizzante il risultato è che viviamo in un territorio disseminato di rifiuti (più o meno speciali), di beni storici-architettonici abbandonati, di terreni incolti, di bellezze naturalistiche violentate, di comportamenti sociali più o meno devianti e pericolosi che diventano urgenti solo se e quando si trasformano in fatti di cronaca amplificati e rilanciati dai media. Spiegazione dopo spiegazione tutto diventa possibile, accettabile.
Nessuno dei partecipanti alla discussione ha intravisto in quella frase il tentativo di mettere in evidenza come, al di là del fenomeno specifico, quel territorio non fosse sotto il controllo (non delle Istituzioni che non contano più nulla) ma di chi ci vive, degli abitanti, che chiusi nelle loro enclave (fortini più o meno orrendi costruiti lungo il territorio) escono una volta al giorno, come fanno i cinghiali, solo per procurarsi il cibo, avvelenato dalla loro ignavia. Quel bellissimo tratto di costa che fa da sfondo alle prostitute, lungo la SS19 che collega Napoli a Reggio Calabria, è considerato alla stregua di una discarica materiale ed umana e non ad esempio una risorsa turistica o naturalistica da vivere e valorizzare per arricchire la nostra vita e generare benessere. E’ questo lo Stato di degrado che intendevo fotografare e tratteggiare con quella frase e che le nostre spiegazioni contribuiscono ogni giorno a rendere solo più plausibile.
Massimiliano Capalbo
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