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E se avessero ragione entrambi?

Anni fa accadde qualcosa di strano nella scuola in cui insegnavo. Avevo fatto una proposta all’assemblea dei docenti e, al termine del mio intervento, una collega, la professoressa A, esclamò: “bravo! Sono d’accordo con te, appoggio la tua proposta“. Intervenne poi un altro collega il quale avanzò una proposta alternativa, contrapposta alla mia. La professoressa A ascoltò attentamente, come era sua abitudine, e alla fine disse: “concordo completamente, appoggio la tua proposta“, così, tra lo stupore dei colleghi, votò a favore di entrambe le proposte seppur presentate come mozioni contrapposte.
A chi cercò di spiegarle che era poco logico votare per entrambe, lei replicò: “che ci devo fare? Io voto secondo convinzione ed entrambi i colleghi mi hanno convinta“. Fu considerato un segno di labilità mentale quasi che la collega non avesse capacità di decisione. Ripenso oggi a questo episodio di fronte ai “cambiamenti” di questi ultimi decenni in cui sono venute meno contrapposizioni che sembravano imperiture. Per quasi due secoli si sono fronteggiate in occidente le ideologie del capitalismo e del socialismo, della sinistra e della destra e, alla fine, sono giunte a un’unica quasi indistinta ideologia dominante.
I nostalgici, soprattutto quelli di sinistra, parlano di “tradimento” dei gruppi dirigenti, non esaminano la possibilità che se oggi convergono significa che fin dal principio c’era qualcosa che le accomunava: ad esempio entrambe le ideologie vedevano nell’uomo un essere dominato dai bisogni materiali.
Il materialismo, lo scientismo (non la scienza, ma la scienza come sostituto di un’autorità suprema e inattaccabile, un sostituto di Dio) e una versione riduttiva del darwinismo (l’uomo è un animale anziché un essere in evoluzione) hanno permeato sia la cultura capitalistica che quella socialista-comunista. Uscire dal “sistema”, è sempre più evidente, sarà uscire da questa visione dell’uomo.
Il paese oggi dominante nell’economia mondiale, la Cina, ben rappresenta il connubio: un’economia ipercapitalistica convive perfettamente con un regime politico di origine comunista. Il controllo delle masse popolari va dalle tradizionali forme di censura e manipolazione dei media dei vecchi regimi comunisti alle più sofisticate forme di seduzioni consumistiche collaudate da decenni in Europa ed USA: immergiti nel consumo, soddisfa tutti i tuoi istinti, dimentica di evolvere il tuo essere umano, sei semplice aggregato di organi animali e come tale ogni tua azione è controllabile e prevedibile. Sei macchina.
La convergenza degli opposti tocca anche il rapporto tra carnefici e vittime che per secoli ha delineato aree ben distinte. Cosi oggi il lager più grande esistente al mondo (Gaza) è stato costruito proprio da quelli che ne sono stati le vittime più insigni, gli ebrei di Israele. Da vittime a carnefici. Innumerevoli altri esempi ci offre la realtà contemporanea.
Vado così all’episodio scolastico e mi chiedo se per caso la collega avesse, d’intuito e forse inconsciamente, visto giusto, ad esempio se avesse visto una sostanziale identità delle proposte avverse. Forse era più avanti di noi ad anteporre una convinzione apparentemente assurda a una scelta di parte.
“E se avessero ragione entrambi?” questa domanda sembra assurda perché siamo abituati all'”àut àut” tipico della mentalità occidentale, aver ragione entrambi presuppone invece una forma di “e… e…”, due verità si sovrappongono anziché negarsi a vicenda.
“Se avessero ragione entrambi?” è comunque una domanda dal formidabile valore euristico: spinge anzitutto a non gettarsi nella mischia, a non aver paura di restare isolati prendendo le distanze dai contendenti, a costringersi alla ricerca di una forma superiore di verità, quella che poi si rivelerà nel tempo. Se i problemi sono complessi si usa troppo spesso semplificare i problemi, cioè ridurli alla portata della nostra mente. Potremmo invece provare ad allargare la mente alla dimensione dei problemi. Dunque chiediamoci spesso: e se avessero ragione entrambi?

Giuliano Buselli

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