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Il primato delle organizzazioni sulle istituzioni

Secondo Wikipedia: “Il termine Autorizzazione indica in generale il permesso o la facoltà di compiere, effettuare o di esercitare determinati diritti” e fino ad oggi ha fatto riferimento in particolare a tre ambiti del diritto: amministrativo, penale, informatico. Ma c’è una sostanziale tendenza all’abuso delle autorizzazioni dovuto alla supremazia delle organizzazioni sulle istituzioni. Se continua così, tra un pò dovremo essere autorizzati anche a vivere.Quando queste notizie vengono rese note c’è sempre qualcuno che si affretta a tranquillizzare e a minimizzare dicendo che si tratta di una bufala o di una semplice proposta ma si comincia sempre così, lanciando la pietra per vedere l’effetto che fa, per capire se l’organizzazione (quasi sempre privata e a scopo di lucro) può fottere in qualche modo l’istituzione pubblica. E’ il caso di una nuova legge proposta dalla Commissione Europea, che potrebbe rendere illegale coltivare i semi di ortaggi che non sono stati “analizzati, approvati e accettati” da una nuova burocrazia europea denominata “Agenzia delle Varietà Vegetali europee”. Ma non è il caso, invece, del DDL a firma Finocchiaro-Zanda, due dipendenti statali che da decenni sono in Parlamento a spese dei contribuenti e non hanno mai proposto alcunchè, e che improvvisamente si sono messi al lavoro per studiare come vietare, in buona sostanza, a tutti i movimenti politici non registrati (dunque non autorizzati non si sa bene da chi e secondo quale interpretazione) di partecipare alle competizioni elettorali.
Senza contare i numerosi tentativi di mettere il bavaglio alla Rete e alla libertà di informazione che puntualmente ricompaiono (sotto mentite spoglie) così come tutti quei provvedimenti e quelle normative europee che stanno appiattendo le differenze culturali, sociali, enogastronomiche dei Paesi membri in nome della sicurezza, della salute e di tanti altri diritti-bandiera che non trovano mai poi veramente tutela in nessuna delle numerose normative che ingolfano i nostri codici. Al contrario, spesso questi provvedimenti generano l’effetto opposto: quello di ridurre i diritti e le libertà individuali.
Gli apparati istituzionali stanno diventano sempre più ingombranti, soffocanti, limitanti, il rischio è che i cittadini arrivino a pensare di poterne fare a meno, un rischio molto grave visto che “la società – come afferma il Prof. Carlo Donolo nel libro L’intelligenza delle Istituzioni – come ordine sociale è possibile perchè ci sono sufficienti beni comuni, ovvero istituzioni capaci di garantirne la riproducibilità nel tempo.
E’ sempre Donolo a sottolineare il primato dell’organizzazione razionale (tipico della società altamente tecnologica) sulle istituzioni e dunque il loro progressivo e conseguente declino e la difficoltà “di riscoprire istituzioni dopo che per decenni si sono cercate e progettate organizzazioni“.
Forse è il caso di cominciare a pensare come ricollocare le organizzazioni nell’universo delle istituzioni e non, come è accaduto fino ad oggi, piegare le istituzioni al volere delle organizzazioni. Prima che sia troppo tardi.

Massimiliano Capalbo

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