La rete degli altri
Dopo aver pubblicato sul BURC di gennaio un avviso pubblico per la realizzazione ed il potenziamento dei consorzi per l’internazionalizzazione nei settori strategici dell’economia regionale (Linea Intervento 7.1.2.1 POR Calabria FESR 2007/2013) la Regione Calabria ci riprova. Il prossimo 14 luglio, infatti, pubblicherà lo stesso avviso per la Linea di Intervento 7.1.2.2.
Si, avete letto bene, “POR 2007-2013” e “consorzi”, stiamo parlando di cose vecchie. Nel primo caso si tratta di soldi che andrebbero rendicontati entro la fine dell’anno e siccome la regione non li ha spesi adesso ha paura che tornino indietro e tenta in tutti i modi di piazzarli in qualche modo, magari facendoci anche un pò di passerella televisiva per dimostrare quanto sia efficiente e interessata alla competitività delle imprese regionali.
Ma l’aspetto maggiormente ridicolo riguarda i consorzi, uno strumento giuridico che è stato rimpiazzato, ormai dal 2009, dai Contratti di Rete. Un nuovo strumento che dovrebbe consentire, secondo l’intenzione del legislatore, alle aggregazioni di imprese di instaurare tra loro collaborazioni organizzate e durature. Far funzionare un contratto di rete in Calabria, conoscendo l’atavica diffidenza dei calabresi l’uno nei confronti dell’altro, equivale a credere ad una rimonta del Brasile sulla Germania nel secondo tempo. Ma siccome adesso l’imperativo che va di moda e che viene pronunciato in ogni pubblico consesso è “fare rete”, bisogna crederci a tutti i costi. Dunque avanti!
E dopo aver convinto le riluttanti imprese calabresi a “fare rete”, cioè mentre da un lato le Camere di Commercio hanno finanziato e promosso la costituzione di Contratti di Rete, dall’altra la Regione Calabria continua a pubblicare bandi rivolti ai consorzi, bandi ai quali gli aderenti ai neonati Contratti di Rete non possono partecipare perchè precedenti alla nuova normativa. Le istituzioni sono praticamente rimaste impigliate nella rete della burocrazia da loro stesse costruita. E’ come se dopo aver acquistato l’ultimo modello di un’auto vi accorgeste che la casa produttrice continua a finanziare la costruzione dei pezzi di ricambio del modello precedente e non del nuovo.
Dopo la gaffe di gennaio, che avevamo fatto notare all’Assessore Fedele nel corso di una conferenza stampa a Catanzaro, credevamo avessero compreso e invece ci riprovano.
Forse prima di promuovere la rete degli altri occorrerebbe che le istituzioni cominciassero esse stesse a “fare rete”, a dialogare e comunicare tra loro, a dare l’esempio, nell’intento di evitare sperpero di denaro pubblico e perdite di tempo anche perchè gli imprenditori seri e illuminati la rete l’hanno sempre fatta e continueranno a farla a prescindere, perchè perseguono un interesse comune, quello di accrescere collettivamente la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato, con o senza contratti.
Massimiliano Capalbo
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