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Lettera ai ragazzi dell’IC Torano-Lattarico

Cari ragazzi dell’Istituto Comprensivo di Torano Castello – Lattarico,
in questi cinque giorni trascorsi insieme abbiamo condiviso ed esplorato un ambiente naturale chiamato Sila. Siamo andati alle origini della vita, prendendo spunto dalla nascita di un lago, forse tra le prime formazioni naturali apparse sulla terra quando le molecole di idrogeno combinate a quelle di ossigeno crearono le condizioni che determinarono la vita sul pianeta. E proprio il lago Ampollino, il primo lago artificiale realizzato in Sila, è stato lo scenario di partenza di questa esplorazione durata cinque giorni. Da qui ci siamo spostati a San Giovanni in Fiore dove, alla ricerca della più completa solitudine, l’allora eremita Gioacchino da Fiore si spinse e vi fondò un monastero. Qui abbiamo potuto ammirare, attraverso la visita dell’Abbazia e del museo dove sono esposti i suoi disegni e le appassionate parole di Antonella Prosperati, la grande capacità di comunicazione (al pari della natura) dell’abate, qualità che gli consentì di propiziarsi l’animo dei re del suo tempo che non poterono non lasciarsi conquistare dalla sua autorevolezza e rettitudine. A San Giovanni in Fiore abbiamo incontrato e ascoltato, nel suo atelier, il maestro tessitore Domenico Caruso spiegare come la vita sia una fitta rete, fatta di trame e orditi, allo stesso modo di un telaio.
Ci siamo poi spostati nel comune di Taverna per visitare il centro visite “A. Garcea” del Parco Nazionale. Qui abbiamo conosciuto la flora e la fauna che rendono questo parco così ricco e prezioso, soffermandoci sull’importanza della biodiversità e sulla fragilità dell’ecosistema che ci circonda. Nella quarta giornata abbiamo provato a metterci in gioco, misurando i nostri limiti, avventurandoci sui percorsi acrobatici di Orme nel Parco. Qui abbiamo messo alla prova la nostra capacità di equilibrio, il nostro coraggio, la nostra abilità nel superare gli ostacoli presenti sui percorsi. Ma Orme nel Parco non è solo avventura è anche sensorialità e consapevolezza. Percorrendo il percorso eco-sensoriale del parco abbiamo appreso che l’unico modo per entrare in relazione con la natura è quello di avere la sensibilità di mettersi in ascolto. Qui abbiamo imparato che la vita è un punto di vista; che ognuno di noi ha delle risorse nascoste che può tirare fuori nei momenti di difficoltà; che gli alberi hanno molto da insegnarci a cominciare dalla loro capacità di cambiare se stessi; che il concetto di tempo è relativo e ci sfugge e che la nostra presenza sul pianeta dipende dalle altre forme di vita presenti e non viceversa; che la natura ci ha insegnato a suonare e a parlare; che la morte non è la fine di qualcosa ma l’inizio di qualcos’altro; che vivere in luoghi naturali e salubri rende la vita più piacevole; che la vita è continua trasformazione e questa consapevolezza, oltre a renderci tutti meno ansiosi, ci apre sempre nuove opportunità.
Infine, percorrendo il sentiero che ci ha condotti sulla cima del monte Zigomarro, abbiamo compreso che la vita è fatta di difficoltà e sacrifici, che la maggior parte dei problemi che ci attanagliano quotidianamente nascono dalla nostra incapacità di ascoltarci, distratti dai rumori che ci circondano. Che il silenzio e la solitudine sono gli unici compagni che ci possono permettere di ascoltarci e che per affrontare le difficoltà occorre salire in cima, dove la visione è più chiara e ampia e noi meno coinvolti.
Cari ragazzi tornando nelle vostre case, nei vostri quartieri, non ritroverete tutto questo. Al contrario, troverete persone che vi diranno che si è trattato solo di una gita, di una vacanza, di una breve e piacevole sospensione della routine nella quale dovrete, in qualche modo, ritornare. Che le cose importanti sono altre: i soldi, la carriera, l’apparenza, la competizione e che per ottenere tutto questo occorre emigrare altrove. Tornerete nel rumore che vi circonda progettato per stordirvi e impedirvi di riflettere e ascoltarvi e continuare ad essere dei perfetti consumatori di vestiti, cibo, oggettistica e tecnologia.
Loro (queste persone) non hanno avuto la vostra stessa fortuna, non hanno provato le sensazioni che avete provato voi in questi cinque giorni, non sono andati a scuola di saggezza dalla natura. Quando li sentirete parlare, provando compassione allontanatevi, andate alla ricerca di un bosco e una volta giunti li espirate, togliete fuori quell’aria cattiva che avete inspirato in loro presenza e riempitevi i polmoni e il cervello di quella pura che solo il bosco saprà regalarvi. Qui, da soli e in silenzio, troverete tutte le risposte che state cercando.

Massimiliano Capalbo

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