I parafulmini e la paura della libertà
Una delle più grandi bugie che ci raccontiamo quotidianamente riguarda la nostra voglia di cambiamento e di libertà. Non è vero, infatti, che aneliamo al cambiamento e che vogliamo essere liberi. Al contrario, non abbiamo alcuna intenzione di cambiare. Siamo alla continua ricerca di alibi e di un’autorità alla quale sottometterci: che sia un partitico, un imprenditore, un professore, un sacerdote o un medico, l’importante è che ci renda più facile la vita. Abbiamo paura del cambiamento e della libertà perché entrambi richiedono impegno e sacrificio e la libertà, in particolare, fa rima con responsabilità. La nostra è una società sempre più abituata alle comodità e ogni iniziativa volta a mutare le abitudini consolidate viene vista con sospetto se non ostilità. E’ per questo che la continua ricerca della sicurezza offre una sponda a chi è alla ricerca di forme di controllo sociale. Così come vengono delegate le responsabilità viene delegato anche il compito di cambiare. A chi? A quelli che continuiamo a definire politici ma che in realtà sono solo dei parafulmini che utilizziamo per scaricare le nostre responsabilità. Siamo alla continua ricerca di parafulmini che non mancano di prestarsi al giochino psicologico che rivela, fondamentalmente, il profondo stato di immaturità nel quale versiamo. Per far si che il gioco possa funzionare abbiamo inventato uno strumento, che si chiama elezioni, attraverso il quale dirottiamo su questi parafulmini le perturbazioni che abbiamo contribuito a creare (e che continuiamo a creare anche dopo averli eletti) con i nostri comportamenti quotidiani.
Esistono due tipi di parafulmini. Quelli ingenui, che non hanno capito il giochino, e che si immolano in nome della democrazia, del senso delle istituzioni, di ideologie in cui non crede più nessuno, dell’adulazione degli amici che li convincono di essere le persone giuste al posto giusto e che sono ostaggio del proprio ego e della propria voglia di protagonismo. Questi, proprio perché incoscienti, finiscono puntualmente per rimanere fulminati, rovinando la propria reputazione (quando se ne trovano una), perché chi dorme nello stesso letto dei bambini, come recita un famoso detto popolare, si sveglia bagnato di pipì.
E poi ci sono quelli furbi, che hanno capito il giochino e che hanno deciso di sfruttarlo e strumentalizzarlo a proprio favore. Sono in numero superiore rispetto agli ingenui e solitamente hanno più successo perché si alleano con chi detiene i capitali e quindi ha una rete di interessi (e quindi di voti) più vasta. Non avete voglia di impegnarvi in prima persona? Tranquilli, ci pensiamo noi, sembrano dire. Il vostro comportamento genera problemi? Ottimo, non vediamo l’ora di occuparcene! Sono bravissimi a giocare con i problemi, a nasconderli come la polvere sotto il tappeto e ad illuderci, contemporaneamente, di averli risolti demandando le soluzioni alla scienza e all’economia che sono le due branche della “conoscenza” maggiormente apportatrici di problemi perché alla continua ricerca di scorciatoie. Un problema risolto rischia di levare loro nuove opportunità, i problemi devono dunque moltiplicarsi perché noi possiamo avere ancora bisogno di loro e far continuare il gioco. La nostra ignavia rappresenta la loro fortuna. E poi, se non dovesse funzionare, uno stipendio di qualche decina di migliaia di euro al mese può ben valere il rischio di essere incolpati di incapacità, ruberie e quant’altro leggiamo quotidianamente sui principali organi di disinformazione. Anzi questo aumenterà la loro notorietà. Tanto nessuno mai si sognerà di chiedergli il conto, al massimo gli elettori protesteranno, scenderanno in piazza, come i bambini, perché la protesta è un atteggiamento infantile. Chi protesta, infatti, non fa che riconoscere l’autorità come fa il bambino con i genitori. Al massimo verranno sostituiti con altri parafulmini che saranno così gentili da trovare loro un altro incarico per ringraziarli del sostegno ottenuto e del posto liberato.
Le persone sagge, che hanno un’etica e che sono mosse da motivazioni profonde, non si prestano al giochino né in una direzione né nell’altra. E’ per questo che la qualità dell’umanità che partecipa al giochino è sempre più mediocre. Creano, invece, degli spazi altri dove diffondere nuove idee e nuove mentalità, lo fanno spesso in silenzio consapevoli di non avere il potere di cambiare il mondo ma quello di cambiare innanzitutto se stessi, che è il prerequisito per cambiare il mondo. Sanno che tutto il resto sarà solo un riflesso, che è l’esempio lo strumento più potente. E’ un cambiamento lento ma inesorabile certamente più efficace (così come ci insegna la storia) di qualsiasi elezione. E’ così che la nostra “democrazia” va avanti ormai da decenni. Tutto questo perché la maggior parte dei membri della comunità non ha voglia di prendersi un pezzetto di responsabilità, perché siamo alla continua ricerca della scorciatoia e di alibi per non agire, perché non ci consideriamo parte di una comunità, perché siamo stati allevati con l’idea della separazione (io contro il resto del mondo), perché siamo immaturi, perché abbiamo paura del cambiamento e della libertà ma, soprattutto, di vivere.
Massimiliano Capalbo
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