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La parola vera va verificata e non creduta

Il direttore di pneumologia e dell’unità di terapia intensiva dell’ospedale Carlo Poma di Mantova comunica al mondo scientifico che la terapia al plasma funziona e persino un giornale ufficiale e governativo come il “Corriere della sera” ne parla attraverso un’intervista al dr. De Donno: “un centinaio di pazienti trattati con il plasma iperimmune sono guariti… la cura funziona….. anche in USA useranno il nostro protocollo.. mi ha telefonato un alto funzionario dell’ONU, ci hanno fatto i complimenti… abbiamo provato a contattare il ministero della salute ma è stato inutile … nessun segnale nemmeno dall’ISS….
Se io fossi nei panni del ministro o del premier mi sarei precipitato a Mantova a parlare con il medico che da un mese applica una terapia che finora è risultata vincente, la pubblicizzerei come vanto della sanità italiana e dei suoi medici. Invece no, ministro e capo di governo ripetono tutti i giorni che “la terapia non esiste”, preferiscono parlare con Bill Gates e aspettare il suo vaccino universale. I fatti li smentiscono, ma loro non se ne preoccupano minimamente.
Mi vengono in mente le parole di Agamben: “Perché, anche se la falsità viene documentata, si continua a prestarvi fede? Si direbbe che la menzogna viene tenuta per vera proprio perché, come la pubblicità, non si preoccupa di nascondere la sua falsità“.
E’ giunto il tempo in cui la capacità di discernere il vero dal falso, l’oggettivo dal virtuale, diventa una vera e propria abilità mentale per sopravvivere in un’epoca in cui tutto sembra reversibile e il vero e il falso si confondono, la “parola vera” di cui l’uomo ha bisogno va verificata e non creduta.
“Prima la salute” avevano detto, ma è bastato che la morte si presentasse con un sacchetto di veleni e l’Italia ha riaperto le porte. Molti avevano per un attimo sognato che la pandemia, ora che è a tutti chiaro che ha attecchito soprattutto nelle aree più avvelenate, portasse a un profondo risanamento dell’agricoltura, rendesse finalmente possibile fare in Italia quello che è stato fatto in Costarica (solo coltivazioni biologiche) o in Danimarca (dove hanno vietato i pesticidi nei terreni), e invece no, il ministro Speranza si è rivelato una di-speranza. Ha autorizzato lo spargimento sulla frutta di uno dei veleni più pericolosi. “Parlo del clorpirifos metile, un insetticida organofosfato commercializzato per la prima volta nel 1965 dalla Dow Chemicals (Corteva dopo la fusione con DuPont), oggi formalmente bandito in UE. La sostanza attiva è stata autorizzata dal Ministro Speranza per il controllo della cimice asiatica (Halyomorpha halys) sulle colture melo, pero, pesco e nettarino. Peccato che già a gennaio la Commissione europea stabiliva lo stop della licenza, a seguito della conferma, da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), di danni sulla salute umana, in particolare genotossicità ed effetti neurotossici oltre che un potenziale danno al Dna” scrive Renato Bottiglia.
Dicono i politici “lasciamo decidere la scienza”, ma poi non ascoltano i medici che operano sul campo e disattendono le indicazioni di EFSA e decidono contro ogni evidenza scientifica. Al ministero della sanità piace essere ministero della malattia.

Giuliano Buselli

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